“Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno,..” (Lc. 24,35-48)
La spiegazione di questo passo, difficile per i discepoli e anche per noi dopo duemila anni di storia di Chiesa, l’ho trovata inserita in un piccolo testo del Cardinale Martini che riassumo brevemente.
Il Piano di salvezza del Signore i discepoli lo avevano, era nella Scrittura: sapevano a quale prova di morte Abramo fu portato e come il popolo nel passaggio del Mar rosso pensava di essere sommerso e ucciso; dovevano conoscere le sofferenze per le quali passarono Mosè e i loro padri prima di entrare nella Terra promessa e proprio come attraverso questi momenti di oscurità, Dio si è formato il suo popolo. Eppure non avevano capito questa intelligenza della Scrittura: la rivelazione della dignità del piccolo e della grandezza del servo e quindi i fatti li avevano sconvolti. L’intelligenza teologica “non c’è amore più grande che dare la propria vita” Gv.15,9-17 (dare la vita non vuol dire morire ma vuol dire accendere, dare vitalità, offrire la propria vita), invece allarga lo sguardo e porta ad accogliere in unità il mistero di Dio sulla vita dell’uomo e del mondo.
….qualcosa però i discepoli di tutta questa intelligenza teologica avevano capito e ce l’hanno trasmessa e cioè che se si avvicina un forestiero ed è notte occorre dargli una mano: “resta con noi perché si fa sera e il giorno è già al tramonto.” (Lc. 24, 13-35)
Ora tocca a noi, a me, a te.
25/05/2025 VI Domenica Dopo Pasqua anno C “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui.” (Gv 14,23-29) Prendere Leggi tutto…
11/05/2025 – IV Domenica di Pasqua C In quel tempo disse: “Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno Leggi tutto…
04/05/2025 III Domenica di Pasqua anno C Il Sinodo dei vescovi conclusosi lo scorso Ottobre (2021-2024) si era prefisso, sulla spinta di Papa Francesco, la riforma della vita della Chiesa partendo dal presupposto che “Ecclesia Leggi tutto…
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Commento domenicale 15/04/2018
Pubblicato da Edoardo Amadio il
III DOMENICA DI PASQUA
“Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno,..” (Lc. 24,35-48)
La spiegazione di questo passo, difficile per i discepoli e anche per noi dopo duemila anni di storia di Chiesa, l’ho trovata inserita in un piccolo testo del Cardinale Martini che riassumo brevemente.
Il Piano di salvezza del Signore i discepoli lo avevano, era nella Scrittura: sapevano a quale prova di morte Abramo fu portato e come il popolo nel passaggio del Mar rosso pensava di essere sommerso e ucciso; dovevano conoscere le sofferenze per le quali passarono Mosè e i loro padri prima di entrare nella Terra promessa e proprio come attraverso questi momenti di oscurità, Dio si è formato il suo popolo. Eppure non avevano capito questa intelligenza della Scrittura: la rivelazione della dignità del piccolo e della grandezza del servo e quindi i fatti li avevano sconvolti. L’intelligenza teologica “non c’è amore più grande che dare la propria vita” Gv.15,9-17 (dare la vita non vuol dire morire ma vuol dire accendere, dare vitalità, offrire la propria vita), invece allarga lo sguardo e porta ad accogliere in unità il mistero di Dio sulla vita dell’uomo e del mondo.
….qualcosa però i discepoli di tutta questa intelligenza teologica avevano capito e ce l’hanno trasmessa e cioè che se si avvicina un forestiero ed è notte occorre dargli una mano: “resta con noi perché si fa sera e il giorno è già al tramonto.” (Lc. 24, 13-35)
Ora tocca a noi, a me, a te.
Buona Domenica
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