“..tutti I Giudei non mangiano se non si son lavate le mani fino al gomito..” (Mc.7,1-9)
I discepoli di Gesù prendono il pane senza lavarsi le mani: non era una questione igienica, ma il lavarsi le mani era un rituale spirituale per gli ebrei basti pensare che in origine era imposto ai soli sacerdoti.. e poi come spesso accade la prassi rituale aveva assorbito ogni dimensione profonda e spirituale sicché tutta l’attenzione si concentrava sulle pratiche esteriori.
Ora, nelle liturgie, come in una chiesa, tutto diventa rito, perché tutto parla di Dio. Il commento di oggi, per restare nel tema del Vangelo, è su un piccolo rituale della Santa Messa il “Lavabo” = laverò, (così chiamato perché era la prima parola latina del Salmo 26,6 con cui iniziava il rito nella Santa Messa in latino).
Il Sacerdote prima dell’offertorio con un gesto, non a titolo privato, ma sempre come presidente dell’assemblea e quindi anche a nome dei fedeli, (durante la liturgia nessuno mai compie azioni private cioè a titolo personale, ma sempre azioni personali a titolo ecclesiale, liturgico, pertanto in quel gesto “c’entriamo tutti”) si lava le mani, con l’acqua versatagli dal chierichetto, non una finta con qualche goccia sulle dita, ma un vero lavarsi le mani ben visibile e comprensibile (OGMR 76,145) esprimendo così il desiderio di purificazione interiore con l’invocazione “Lavami Signore da ogni colpa, purificami da ogni peccato”.
Una volta nella nostra Parrocchia è stato chiesto da alcuni Ministri straordinari della Santa Comunione di potersi lavare le mani prima della distribuzione della Comunione, un secondo “lavabo” con un dichiarato fine igienico, dimenticando che nelle liturgie tutto parla e deve parlare di Dio e solo di Dio e la risposta la dà il vecchio ordinamento del messale: “I ministri straordinari della Comunione non lavino le mani nel purificatoio delle abluzioni nel presbiterio, né prima né dopo la distribuzione della Comunione. A tutti i ministri straordinari della Comunione viene ricordato di lavare le proprie mani nella sagrestia o nella toilette prima dell’inizio della Messa”.
FESTA DI CRISTO RE DELL’UNIVERSO Ricorre spesso nei Vangeli e soprattutto nella Passione, la parola “re” riferita a Gesù, parola usata sia nel senso di Messia, che di signore politico e che troveremo impressa Leggi tutto…
10/11/2024 Domenica XXXII T.O. anno B Donne e ministero ordinato, nessuna risposta dal Sinodo, ma una commissione allo studio. Molte certezze di un tempo sono state spazzate via, con la riforma liturgica del Vaticano II, Leggi tutto…
03/11/2024 Domenica XXXI T.O. anno B ancora … LITURGIA, PREGHIERA DELLA CHIESA. Il riferimento è sempre la riforma liturgica del Vaticano II e le ragioni della stessa sono indicate con estrema chiarezza nella costituzione conciliare Leggi tutto…
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Commento domenicale 02/09/2018
Pubblicato da Edoardo Amadio il
XXII Domenica T.O. ANNO B
“..tutti I Giudei non mangiano se non si son lavate le mani fino al gomito..” (Mc.7,1-9)
I discepoli di Gesù prendono il pane senza lavarsi le mani: non era una questione igienica, ma il lavarsi le mani era un rituale spirituale per gli ebrei basti pensare che in origine era imposto ai soli sacerdoti.. e poi come spesso accade la prassi rituale aveva assorbito ogni dimensione profonda e spirituale sicché tutta l’attenzione si concentrava sulle pratiche esteriori.
Ora, nelle liturgie, come in una chiesa, tutto diventa rito, perché tutto parla di Dio. Il commento di oggi, per restare nel tema del Vangelo, è su un piccolo rituale della Santa Messa il “Lavabo” = laverò, (così chiamato perché era la prima parola latina del Salmo 26,6 con cui iniziava il rito nella Santa Messa in latino).
Il Sacerdote prima dell’offertorio con un gesto, non a titolo privato, ma sempre come presidente dell’assemblea e quindi anche a nome dei fedeli, (durante la liturgia nessuno mai compie azioni private cioè a titolo personale, ma sempre azioni personali a titolo ecclesiale, liturgico, pertanto in quel gesto “c’entriamo tutti”) si lava le mani, con l’acqua versatagli dal chierichetto, non una finta con qualche goccia sulle dita, ma un vero lavarsi le mani ben visibile e comprensibile (OGMR 76,145) esprimendo così il desiderio di purificazione interiore con l’invocazione “Lavami Signore da ogni colpa, purificami da ogni peccato”.
Una volta nella nostra Parrocchia è stato chiesto da alcuni Ministri straordinari della Santa Comunione di potersi lavare le mani prima della distribuzione della Comunione, un secondo “lavabo” con un dichiarato fine igienico, dimenticando che nelle liturgie tutto parla e deve parlare di Dio e solo di Dio e la risposta la dà il vecchio ordinamento del messale: “I ministri straordinari della Comunione non lavino le mani nel purificatoio delle abluzioni nel presbiterio, né prima né dopo la distribuzione della Comunione. A tutti i ministri straordinari della Comunione viene ricordato di lavare le proprie mani nella sagrestia o nella toilette prima dell’inizio della Messa”.
Buona domenica
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