“Figlioli vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri…” (Gv. 13-34-35)
Un giorno un poeta scrisse: “Ho commesso il più grande dei peccati: non
sono stato felice.”
Se ci
fermiamo un attimo a riflettere su noi forse questo peccato rispecchia anche la
nostra vita, ed è un vero peccato perché è l’unica vita che abbiamo.
Essere
felici significa realizzare l’umano, è il fine di ogni persona e nessuno può
dirsi del tutto indifferente. Per Epicuro la felicità si realizzava rincorrendo
il piacere, per altri attraverso la trascendenza: i beni di ordine spirituale
come la scienza o la virtù.
Gesù ci
racconta che felicità è l’amore dato e ricevuto “gli
uni gli altri”. (Fa pensare lo
sbilanciamento di Gesù verso l’amore per gli altri quasi dimenticandosi
dell’amore per Dio)
Sappiamo
però che ogni nostra azione e volontà si fondano su beni, materiali o
trascendenti, che sono finiti, limitati quindi il “non è possibile essere
felici” forse è vero, ma possiamo provarci.
Lo scarto
con la felicità piena l’avremo solo oltre il presente quando liberi da ogni
condizionamento godremo della presenza e della vita stessa di Dio Questa è la
nostra speranza, la nostra fede: Signore dammi la fede.
FESTA DI CRISTO RE DELL’UNIVERSO Ricorre spesso nei Vangeli e soprattutto nella Passione, la parola “re” riferita a Gesù, parola usata sia nel senso di Messia, che di signore politico e che troveremo impressa Leggi tutto…
10/11/2024 Domenica XXXII T.O. anno B Donne e ministero ordinato, nessuna risposta dal Sinodo, ma una commissione allo studio. Molte certezze di un tempo sono state spazzate via, con la riforma liturgica del Vaticano II, Leggi tutto…
03/11/2024 Domenica XXXI T.O. anno B ancora … LITURGIA, PREGHIERA DELLA CHIESA. Il riferimento è sempre la riforma liturgica del Vaticano II e le ragioni della stessa sono indicate con estrema chiarezza nella costituzione conciliare Leggi tutto…
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Commento domenicale 19/05/2019
Pubblicato da Edoardo Amadio il
V Domenica di Pasqua – anno C
“Figlioli vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri…” (Gv. 13-34-35)
Un giorno un poeta scrisse: “Ho commesso il più grande dei peccati: non sono stato felice.”
Se ci fermiamo un attimo a riflettere su noi forse questo peccato rispecchia anche la nostra vita, ed è un vero peccato perché è l’unica vita che abbiamo.
Essere felici significa realizzare l’umano, è il fine di ogni persona e nessuno può dirsi del tutto indifferente. Per Epicuro la felicità si realizzava rincorrendo il piacere, per altri attraverso la trascendenza: i beni di ordine spirituale come la scienza o la virtù.
Gesù ci racconta che felicità è l’amore dato e ricevuto “gli uni gli altri”. (Fa pensare lo sbilanciamento di Gesù verso l’amore per gli altri quasi dimenticandosi dell’amore per Dio)
Sappiamo però che ogni nostra azione e volontà si fondano su beni, materiali o trascendenti, che sono finiti, limitati quindi il “non è possibile essere felici” forse è vero, ma possiamo provarci.
Lo scarto con la felicità piena l’avremo solo oltre il presente quando liberi da ogni condizionamento godremo della presenza e della vita stessa di Dio Questa è la nostra speranza, la nostra fede: Signore dammi la fede.
Buona Domenica
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