L’esperienza
dell’inutilità. C’è un proverbio che dice “Un padre mantiene sette figli e
sette figli non riescono a mantenere un padre.” Penso che sia un’esperienza
genitoriale comune perché quel padre non fa altro che fare quello che “deve”
fare. E’ il servo che ha lavorato tutto il giorno nei campi e una volta
rientrato a casa deve ulteriormente mettersi al servizio del proprio padrone.
Ma il Signore vuole insegnarci un’altra cosa: Dio, nostro padre, sa bene chi è l’uomo e in quello sguardo non c’è tristezza per l’attesa del risultato, non c’è inutilità: è l’attesa del perdono. Quello che conta è il percorso come ci insegna anche Papa Francesco: “dare priorità al tempo significa occuparsi di iniziare processi più che di possedere spazi.”. Oggi viviamo tempi di trasformazione per la fede e la morale in rapporto con la libertà individuale (la sessualità e l’identità sessuale, la bioetica, i rapporti sociali) e tutti siamo chiamati a dare ragione del nesso tra libertà umana e verità cristiana.
Unico
faro sia il processo di cui noi siamo sicuri, l’amore per la vita, ogni anelito
di vita, anche se spesso ci sentiamo servi inutili, ma se noi cristiani
dobbiamo imitare il Signore allora dobbiamo sapere che quello di Dio non è un
conteggio né un calcolo, lui non si rassegna mai, Dio è un padre che non smette
mai di perdonare e attendere.
Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: “In verità vi dico: uno di voi mi tradirà”. Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: “Sono forse io Signore?” (Mt Leggi tutto…
13/04/2025 SETTIMANA SANTA 2025 Molti potenti del mondo giurano sulla Bibbia. Ma Gesù non scrisse nulla, se non quello sulla polvere di Gv 8,1-11, come d’altronde non scrivevano i “rabbì” o i profeti in Israele, Leggi tutto…
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Commento domenicale 06/10/2019
Pubblicato da Edoardo Amadio il
XXVII Domenica T.O. anno C
“Servo inutile..” (Lc.17,5-10)
L’esperienza dell’inutilità. C’è un proverbio che dice “Un padre mantiene sette figli e sette figli non riescono a mantenere un padre.” Penso che sia un’esperienza genitoriale comune perché quel padre non fa altro che fare quello che “deve” fare. E’ il servo che ha lavorato tutto il giorno nei campi e una volta rientrato a casa deve ulteriormente mettersi al servizio del proprio padrone.
Ma il Signore vuole insegnarci un’altra cosa: Dio, nostro padre, sa bene chi è l’uomo e in quello sguardo non c’è tristezza per l’attesa del risultato, non c’è inutilità: è l’attesa del perdono. Quello che conta è il percorso come ci insegna anche Papa Francesco: “dare priorità al tempo significa occuparsi di iniziare processi più che di possedere spazi.”. Oggi viviamo tempi di trasformazione per la fede e la morale in rapporto con la libertà individuale (la sessualità e l’identità sessuale, la bioetica, i rapporti sociali) e tutti siamo chiamati a dare ragione del nesso tra libertà umana e verità cristiana.
Unico faro sia il processo di cui noi siamo sicuri, l’amore per la vita, ogni anelito di vita, anche se spesso ci sentiamo servi inutili, ma se noi cristiani dobbiamo imitare il Signore allora dobbiamo sapere che quello di Dio non è un conteggio né un calcolo, lui non si rassegna mai, Dio è un padre che non smette mai di perdonare e attendere.
Buona domenica.
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