Casa Willjtata “Un ambiente che fa rinascere la speranza”
Progetto solidarietà Quaresima 2020
La Fondazione Munasim Kullakita (Àmati Sorellina) è un’opera sociale, senza fini di lucro, della Diocesi di El Alto. La sua mission è quella di rendere partecipe la comunità e dare uno spazio sicuro in cui sviluppare programmi di prevenzione ed inclusione a gruppi in disagio sociale. Le realtà a cui si presentano questi servizi sono principalmente adolescenti che hanno sofferto atti di violenza sessuale e commerciale e sono state vittime di tratta e traffico o che vivono la propria vita in strada.
La Fondazione è presente
nel territorio da più di 10 anni ed ha come obiettivo quello di affrontare le
problematiche precedentemente descritte di bambine/i ed adolescenti nelle città
di El Alto, La Paz, Santa Cruz, Tarija, Cochabamba e le varie frontiere dello
stato. Ha creato tre linee fondamentali di azione: prevenzione nelle scuole
attraverso il lavoro con alunni, professori e genitori dando, così, visibilità
a questa problematica e sensibilizzazione dell’opinione pubblica; creazione di
una casa di accoglienza per bambine/i ed adolescenti che dà loro la possibilità
di riprendere gli studi, accedere ad una formazione tecnica ed avere la possibilità
di un inserimento lavorativo, fornendo, inoltre, appoggio bio-psico-sociale e
la possibilità di costruirsi una rete sociale che possa essere di supporto nel
momento del loro reinserimento in società. Oltre a ciò è presente una casa di
accoglienza chiamata “Casa della Ternura” dove le adolescenti si preparano ad
un’autonomia e alla possibilità di realizzare i propri progetti di vita in un
ambiente sicuro, rendendole protagoniste del proprio destino.
Da 5 anni la Fondazione M. K., per quanto riguarda le tematiche di tratta e
traffico, consumo di sostanze psicoattive e delitti connessi, coordina il
proprio lavoro con le entità pubbliche e private rendendo tutte le parti
responsabili nel trovare risposte inclusive e degne per queste realtà in
disagio sociale. I problemi collegati alla vita di strada, al consumo, allo
sfruttamento sessuale di minori, alla tratta e traffico ed alla piccola
delinquenza non dipendono solo dalle persone che sono coinvolte in questa
dinamica, ma anche dalla struttura della società che espone a maggior rischio
quel settore della popolazione che più facilmente può diventare vittima di
violenza, manipolazione e vulnerabilità. La mancanza di lavoro, una cultura di
violenza verso donne, bambine/i e adolescenti, la debole presenza di politiche
sociali per i settori più vulnerabili, la mancanza di risorse destinate a
proposte inclusive e di sviluppo sociale, una mentalità accusatoria verso le
persone che vivono in strada e la naturalizzazione della violenza nella nostra
società sono alcuni tra i fattori che creano quelle condizioni per cui molte
persone debbano includere nella loro esistenza uno stile di vita che degrada la
propria integrità fisica, la propria libertà decisionale ed il proprio processo
di sviluppo ponendosi, quindi, prospettive restrittive che obbligano a vivere
continuamente in situazioni di sopravvivenza senza capire le conseguenze, i
rischi ed i danni.
Una delle risposte fondamentali che si vogliono promuovere è quella di creare possibilità di un accesso dignitoso al mondo del lavoro per queste persone che, dopo aver partecipato ad un processo di riduzione del danno, di avere ricercato uno stile di vita più dignitoso, di aver costruito una rete sociale positiva e sicura, possono accedere a spazi lavorativi che gli permettano non solo di garantirgli un’autonomia economica, ma anche una possibilità di vita responsabile e partecipativa.
Da queste esigenze nasce il progetto “Casa Willjtata” che prende il nome da una parola Aymara,
lingua locale indigena, che significa casa della rinascita. Una Rinascita,
appunto, della struttura e dei suoi terreni, per molti anni abbandonati,
diventando così un luogo che possa offrire nuove possibilità per le persone a cui
sarà destinata la struttura.
Il progetto prevede la creazione di un centro di formazione dedicato ai giovani
della zona che molto spesso, terminati gli studi superiori, sono costretti ad
abbandonare la carriera scolastica per la mancanza di strutture educative nella
zona. Questo, molte volte, li porta ad una situazione di allontanamento dalla
famiglia e li costringe a trasferirsi nelle città di La Paz o El Alto dove la
maggior parte dei giovani entrano in sistemi malavitosi e/o di consumo di
sostanze stupefacenti.
Nel progetto, inoltre, si vogliono creare delle possibilità di impiego
lavorativo per le ragazze della casa di accoglienza della Fondazione Munassim
Kullakita che, dopo aver superato un percorso di recupero, possano trovare nel
progetto una nuova speranza per la loro vita futura. Quest’ultime hanno avuto
la possibilità di conoscere la Casa e vivere un’esperienza di vacanza
incentrata nel vivere appieno la natura che le circonda.
In quest’ultimo anno è stato possibile creare rapporti di fiducia con le
famiglie della comunità, facendoci partecipi alle loro riunioni e alle feste
popolari oltre che ad attività di gioco comunitario. Questo legame ci ha anche
permesso di realizzare dei momenti educativi con i bambini ed i ragazzi del
villaggio affrontando tematiche sul rispetto di se, degli altri e dell’ambiente
che li circonda.
Anche le ragazze della Fondazione Munasim Kullakita hanno avuto già la
possibilità di conoscere la casa e vivere un’esperienza di vacanza in un luogo
lontano dal caos della città a stretto contatto con la natura.
È stato, inoltre, possibile portare a termine alcuni lavori di ristrutturazione
della casa, creando allacciamenti per acqua e luce che in un primo momento non
erano presenti, la sistemazione di
alcune aree verdi di fronte alla casa piantando 150 piante da frutto tropicali
tipiche della zona e creando un orto comunitario.
Il progetto, anche se solo agli inizi, sta già donando a molte persone una nuova speranza e la possibilita di riprendere in mano la propria vita dandole un nuovo obiettivo.