PREGHIERA PER LA PRIMA DOMENICA DI QUARESIMA
«Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”»
O Dio, vieni a salvarmi.
Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen.
INNO
Nella santa assemblea,
o nel segreto dell’anima,
prostriamoci, e imploriamo
la divina clemenza.
Dall’ira del giudizio
liberaci, o Padre buono;
non togliere ai tuoi figli
il segno della tua gloria.
Ricorda che ci plasmasti
col soffio del tuo Spirito:
siamo tua vigna, tuo popolo,
e opera delle tue mani.
Perdona i nostri errori,
sana le nostre ferite,
guidaci con la tua grazia
alla vittoria pasquale.
Sia lode al Padre altissimo,
al Figlio e al Santo Spirito
com’era nel principio,
ora e nei secoli eterni. Amen.
1 ant. Per tutta la vita, Signore, voglio
benedirti,
nel tuo nome alzerò le mie mani.
SALMO 62, 2-9
O Dio, tu sei il mio Dio, all’aurora ti cerco, *
di te ha sete l’anima mia,
a te anela la mia carne, *
come terra deserta, arida, senz’acqua.
Così nel santuario ti ho cercato, *
per contemplare la tua potenza e la tua gloria.
Poiché la tua grazia vale più della vita, *
le mie labbra diranno la tua lode.
Così ti benedirò finché io viva, *
nel tuo nome alzerò le mie mani.
Mi sazierò come a lauto convito, *
e con voci di gioia ti loderà la mia bocca.
Nel mio giaciglio di te mi ricordo *
penso a te nelle veglie notturne,
tu sei stato il mio aiuto, *
esulto di gioia all’ombra delle tue ali.
A te si stringe *
l’anima mia.
La forza della tua destra *
mi sostiene.
Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo…
LETTURA DEL VANGELO (Mt 4,1-11)
Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”». Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”». Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, satana! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”». Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.
Riflessione
Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo; sembra quasi una provocazione, l’agire dello Spirito. Provocare, cioè “chiamare fuori”. Gesù è provocato dallo Spirito per consegnarci una possibilità altra che può diventa un inizio. Ad Adam fatto di terra, di limes, limitato dunque dai propri confini, gli si sono aperti gli occhi e ora ha la capacità di vedere la propria fragilità. “Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e conobbero di essere nudi…”. Ciò che lo costituiva nella sua umanità fin dall’inizio, adesso i suoi occhi gli danno la possibilità di riconoscerlo. Ma questa realtà, che prima non costituiva problema alcuno, ora sembra diventare un ostacolo insormontabile. Dal momento che ha assaporato nella menzogna dell’inganno il frutto della conoscenza del bene e del male, Adam concepisce la possibilità di essere vulnerabile nella sua nudità e si sente immerso nelle tenebre della paura e disperso. “Adamo, dove sei? «Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto»” (Gen 3,9-10). La paura di essere preda di qualcuno a motivo della propria fragilità. L’altro avvertito come nemico contro cui combattere per sopravvivere. L’altro da abbattere perché di lui si sospetta sempre, fin da bambini. Cresciamo diventando adulti con la diffidenza che si annida nella nostra mente come un tarlo che corrode la capacità di crescere nella fiducia verso l’altro. Ma proprio da qui dobbiamo ripartire. Ai tabù creati per mascherare questo oscuro lato dell’umano che ci abita, è necessario sostituire la potenza della Parola che ci permette di trovare uno spazio di cura affinché la mano tesa contro, diventi mano protesa verso. Dalla morte alla vita, dal deserto al giardino per usare un’immagine biblica che narra l’umano di sempre. In questo deserto, abitato dalla nostra fragile umanità, Gesù è condotto dalla Spirito. In fondo il deserto è il luogo della Parola, come ci ricorda l’ebraico “midbar”. [La parola ebraica midbar, tradotta con deserto, è in realtà “il posto della parola”, il luogo nel quale la parola di Dio, la Bibbia, è stata comunicata ad Israele]. Nel deserto della nostra fragile esistenza, la Paola del Padre fatta carne nel Figlio Gesù di Nazaret, ci provoca, ossia ci chiama fuori dalla menzogna, per assumere l’esistente e viverlo da riconciliati. Allora non ci basta solo il pane che per sopravvivere possiamo anche trasformare dalla pietra, qualunque forma essa assuma. Abbiamo urgenza di ogni Parola che esca dalla bocca del Dio. Parola che come quella del neonato che tutti attendono con trepidazione, è sussurro di inizio. Parola come principio che trasfiguri il nostro pensare e il nostro parlare, nella libertà di saperci liberati dall’inganno di ogni potere e di ogni mistificazione e di vivere e non semplicemente sopravvivere.
da abbattere perché di lui si sospetta sempre, fin da bambini. Cresciamo diventando adulti con la diffidenza che si annida nella nostra mente come un tarlo che corrode la capacità di crescere nella fiducia verso l’altro. Ma proprio da qui dobbiamo ripartire. Ai tabù creati per mascherare questo oscuro lato dell’umano che ci abita, è necessario sostituire la potenza della Parola che ci permette di trovare uno spazio di cura affinché la mano tesa contro, diventi mano protesa verso. Dalla morte alla vita, dal deserto al giardino per usare un’immagine biblica che narra l’umano di sempre. In questo deserto, abitato dalla nostra fragile umanità, Gesù è condotto dalla Spirito. In fondo il deserto è il luogo della Parola, come ci ricorda l’ebraico “midbar”. [La parola ebraica midbar, tradotta con deserto, è in realtà “il posto della parola”, il luogo nel quale la parola di Dio, la Bibbia, è stata comunicata ad Israele]. Nel deserto della nostra fragile esistenza, la Paola del Padre fatta carne nel Figlio Gesù di Nazaret, ci provoca, ossia ci chiama fuori dalla menzogna, per assumere l’esistente e viverlo da riconciliati. Allora non ci basta solo il pane che per sopravvivere possiamo anche trasformare dalla pietra, qualunque forma essa assuma. Abbiamo urgenza di ogni Parola che esca dalla bocca del Dio. Parola che come quella del neonato che tutti attendono con trepidazione, è sussurro di inizio. Parola come principio che trasfiguri il nostro pensare e il nostro parlare, nella libertà di saperci liberati dall’inganno di ogni potere e di ogni mistificazione e di vivere e non semplicemente sopravvivere.
Preghiera
Deserto, terra
arida, senz’acqua, terra selvatica e inospitale,
terra minacciosa e infeconda.
Deserto, terra che to puoi visitare, Signore,
perchè vi sgorghino le sorgenti,
perchè vi scorra un flume,
perchè diventi canneti e giuncaie.
Deserto, terra, che irrigata di Parola,
trasforma la sete di possedere in desiderio di spartire;
la smania di apparire in desiderio di promuovere gli altri;
la brama di dominare in desiderio di servire.
Deserto, terra in cui si approssimano i demoni,
ma terra che
ci fa, al contempo, piu liberi.
Deserto, terra fecondata dallo Spirito
perchè diventi ancora it giardino
in cui Dio passeggia alla brezza della sera
con uomini che non lo temono
e gli uomini, pur essendo nudi, cioe fragili,
non hanno
paura gli uni degli altri.
Aiutaci, Signore,
che abiti ogni deserto
a trasformare i sogni e le visioni
in passaggi, progressivi ma inesorabili,
verso la Pasqua.
Ant. al Ben. Guidato dallo Spirito, tentato dal demonio,
per quaranta giorni Gesù digiunava nel deserto.
CANTICO DI ZACCARIA Lc 1, 68-79
Benedetto il Signore Dio d’Israele, *
perché ha visitato e redento il suo popolo,
e ha suscitato per noi una salvezza potente *
nella casa di Davide, suo servo,
come aveva promesso *
per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo:
salvezza dai nostri nemici, *
e dalle mani di quanti ci odiano.
Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri *
e si è ricordato della sua santa alleanza,
del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, *
di concederci, liberati dalle mani dei nemici,
di servirlo senza timore, in santità e giustizia *
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.
E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo *
perché andrai
innanzi al Signore
a preparargli le strade,
per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza *
nella remissione dei suoi peccati,
grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, *
per cui verrà a visitarci dall’alto un sole che sorge
per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre *
e nell’ombra della morte
e dirigere i nostri passi *
sulla via della pace.
Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo…
Ant. al Ben. Guidato dallo Spirito, tentato dal demonio,
per quaranta giorni Gesù digiunava nel deserto.
INVOCAZIONI
«Tu hai creato l’universo con armonia e bellezza, ma noi con il nostro orgoglio
abbiamo distrutto il corso della natura e provocato una crisi ecologica;
colpisce la nostra salute e il benessere della famiglia umana. Per questo ti
chiediamo perdono.
· O Dio, guarda con misericordia alla nostra condizione oggi che siamo nel mezzo di una nuova epidemia virale.
· Fa che possiamo sperimentare ancora la tua paterna cura.
· Ristabilisci l’ordine e l’armonia della Natura e ricrea in noi una mente e un cuore nuovo affinché possiamo prenderci cura della nostra Terra come custodi fedeli.
· O Dio, affidiamo a te tutti gli ammalati e le loro famiglie».
PADRE NOSTRO
O Dio, nostro Padre, con la celebrazione di questa Quaresima, segno sacramentale della nostra conversione, concedi a noi tuoi fedeli di crescere nella conoscenza del mistero di Cristo e di testimoniarlo con una degna condotta di vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male, e ci conduca alla vita
eterna. Amen.