Commento domenicale 17/10/2021
Domenica XXIX T.O. B
“.. il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti.” (Mc.10,34-45)
“Il frutto dell’amore è il servizio, il frutto del servizio è la pace.” (Madre Teresa di Calcutta)
Il Signore è stato chiaro: “Vi dò un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri” ed è “servire” il sinonimo di amare, chi serve dà la vita, cioè offre la vita per far vivere l’altro. Gesù che lava i piedi agli apostoli è una seconda eucarestia perché spezzare il pane della propria vita sulla croce o nel servizio è sempre donare una vita. Servire, donare, amare, è un modo tutto nuovo di vivere di avvicinarsi alla verità del significato che circonda l’essere delle cose e dell’uomo, è l’introduzione al mistero, amare come un’esperienza del divino, è anche lo sforzo dell’uomo di voler vivere un mondo che abbia un significato, è un correre verso la verità dell’uomo.
In questi tempi moderni o post-moderni che tutto è ridotto a ragione, c’è ancora spazio per il trascendente? Troviamo ancora la motivazione per vivere come il Signore ha indicato essere buono per noi? Sappiamo ancora dare la nostra vita per una persona, un ideale, prendere coscienza di vivere “il vuoto del non senso” di una vita senza amore? Abbiamo ancora la capacità di “credere quia absurdum est”, di credere in qualcosa proprio perché è assurdo?
Buona domenica
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