Commento domenicale 16/01/2022

Pubblicato da Edoardo Amadio il

Domenica II  T.O. anno C

“In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era anche la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.”   (Gv.2,1-11)

Quando è l’amore che suscita e sostiene un incontro tra due giovani, tutti pensano che sia per sempre. Il significato è chiaro, la volontà, il desiderio di una vita insieme “per sempre”, nasconde anche un necessario “come?” che vive ancora tremante nascosto nei pensieri di un giovane.

In questi tempi post-moderni però non sappiamo come parlare del matrimonio. Ora possiamo solo ricordare, sorridendo, quello che si insegnava un tempo, come ci si avvicinava al “grande SI”, sorridendo perché oggi molte cose del matrimonio cristiano risultano incomprensibili per i giovani, come parlare di  vocazione e di progetto di vita; di preghiera e di grazia del sacramento; di amore che va ben oltre l’innamoramento; di perdono sempre; di fecondità dell’amore coniugale; di indissolubilità del matrimonio; della gioia di accogliere tutti i figli che il Signore vorrà dare.

Tutti questi aspetti di vita possono sembrare nella predicazione cristiana l’utopia di un mondo che non esiste più, ma la Chiesa solo così può predicare: sottolineando la perfezione per l’uomo, anche se sembra utopia. Rendere successivamente, “giusto”, da ius-legge, lo stare anche appena sotto, sarà compito della riflessione antropologica, culturale o politica, ma la Chiesa, il Papa non può che indicare il massimo della bellezza e della perfezione che Dio stesso ha voluto per l’uomo: “siano essi una cosa sola”, sottolineando con un atteggiamento paterno che c’è tutto lo spazio, prima e dopo, per una sincera carità cristiana.

Buona domenica

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