Commento domenicale 13/03/2022
II Domenica di Quaresima anno C
“In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare.” (Lc.9,28-36)
La montagna nella cultura biblica è per eccellenza il luogo del mistero e della fede, una realtà fisica, spaziale, un segno grandioso posto tra terra e cielo dimora di Dio “i cieli e i cieli dei cieli, Signore, non ti possono contenere” (1Re, 8,27), dove gli uomini dalla torre di Babele ai grattacieli di Dubai lo sembrano sfidare.
La prima montagna che incontriamo nei racconti della Bibbia, è il monte Sinai, il luogo della teofania, la grande manifestazione di Dio, “Sul far del mattino ci furono tuoni e lampi, un suono fortissimo di tromba..” (Esodo, 19-26), è anche il luogo della parola di Dio, del Decalogo. La Bibbia identifica poi il monte Sinai con il monte Moria dove Abramo incontra la più ardua prova della sua fede quando deve persino porsi contro la promessa stessa di Dio, “avrai un figlio”, e “Guarda il cielo e conta le stelle, se riesci a contarle e soggiunse “tale sarà la tua discendenza” (Gen.15,5) per insegnarci che la fede e la salvezza dipendono da una scelta libera e non dall’aver ricevuto dei doni (la promessa di un figlio).
La montagna di oggi, della trasfigurazione, secondo una tradizione è il monte Tabor e c’è una netta contrapposizione col monte Calvario, dall’agonia dell’orto del Getsemani alla risurrezione di Cristo e “Se Cristo non fosse risorto sarebbe vana sarebbe la nostra fede.” (1Cor.15,12)
Sempre secondo una antica tradizione l’episodio della Trasfigurazione narrato dai Vangeli sarebbe avvenuto quaranta giorni prima della crocifissione di Gesù ed è per questo che viene collocato dalla Chiesa sempre alla seconda settimana di Quaresima negli anni A B C.
Buona domenica
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