Commento domenicale 27/11/2022
I DOMENICA DI AVVENTO anno A
Donne oggetto.
Dei fatti successi a Roma in questi giorni, molti giornali e anche al telegiornale (almeno quello che ho sentito io) senza la dovuta carità o semplice rispetto umano parlano di tre “prostitute” uccise: nemmeno di fronte alla morte ridiamo loro un po’ di dignità per chiamarle “donne”.
Una volta si diceva che una donna non si tocca nemmeno con un fiore, ma la realtà nelle case non sappiamo com’era; se oggi si denuncia poco, un tempo ancora di meno e tutto sfugge alla statistica. Non sappiamo se in generale il rispetto per l’altro sesso era più vero e sincero, sappiamo però che oggi le violenze se non i femminicidi sono diventati storia quotidiana e la cosa più spaventosa è che sono trasversali nei ceti sociali, nelle realtà culturali europea americana asiatica etc. .
La morale e in genere il rapporto con la sessualità negli anni si è trasformato e anche nella Chiesa nemmeno si parla più di “materia grave” (uno dei presupposti dottrinali per il peccato mortale) e risulta imbarazzante il solo parlarne al punto che non sappiamo come parlarne e l’allontanamento dal sacramento della confessione e in genere dalle pratiche di pietà cristiane è forse dovuto anche ad un immaginario collettivo di freni regolamenti morali o secolari della Chiesa che in realtà nel pensiero corrente religioso non ci sono, sono presenti solo nella prassi, le norme, che col tempo verosimilmente verranno modificate.
A cascata il nuovo rapporto col sesso degli ultimi cinquanta anni ha modificato la nostra vita, dai principi della bioetica e della morale, a tutti i rapporti sociali o di coppia e diventa giustamente improponibile qualsiasi ritorno al passato. La Chiesa da sempre deve proporre il meglio per l’uomo, l’ideale, l’utopia, e poi, siamo d’accordo con Papa Francesco quando dice che subito sotto c’è tutto lo spazio per la carità. Nel nostro cuore e nel nostro io tutti sappiamo cos’è il meglio per l’uomo. Le difficoltà stanno già nel solo proporlo, ma almeno, coerentemente con un po’ di onestà intellettuale, possiamo dire col nostro Papa emerito Benedetto XVI: “Rubare o mentire non può essere giustificato come una debolezza umana .. Non si dica più ha mentito, è umano; ha rubato, è umano, questo non è il vero essere umani. Essere umani vuol dire esseri generosi, volere la giustizia, la prudenza, la saggezza, essere a immagine di Dio”.
Buona domenica
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