Commento domenicale 02/04/2023

Pubblicato da Edoardo Amadio il

DOMENICA DELLE PALME  Anno A

Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: “In verità vi dico: uno di voi mi tradirà”. Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: “Sono forse io Signore?”  (Mt 26,14)

Io, Giuda.

La notte che morì Gesù sulla croce, appeso ad un albero muoio anch’io, Giuda.

Sono il traditore, Un uomo, uno come quelli che Abramo non trova, (Gn 18). Sono colui di cui Gesù dice (così racconta Matteo), “guai a quell’uomo .. meglio sarebbe per quell’uomo se non fosse mai nato”. (Mt 26,23)  

Ero disperato, abbandonato da tutti; anche da Gesù? No!, da Gesù no, quella sera mi aveva chiamato “amico”. Di quella sera, del tradimento, ho un ricordo confuso, chissà perché avevano bisogno di me per indicare chi era Gesù, tutti lo conoscevano: “Ogni giorno stavo seduto nel tempio ad insegnare, e non mi avete arrestato” (Mt 26,55b) solo il giorno prima aveva rovesciato i banchi dei cambiavalute al tempio. Io vivevo un’angoscia profonda da espiazione, incapace a sopportare quel rimorso e avevo gettato i 30 denari del sangue nel tempio dicendo: “Ho peccato perché ho tradito sangue innocente(Mt.26,4).

Nel tempo tutti hanno sentenziato, ma la giustizia la dovete lasciar fare a chi può sapere tutto di una persona, non certamente voi, ma solo Dio.

Io Giuda, il traditore, diranno di me che l’ho fatto per denaro, ma chi fa qualcosa per denaro non lo getta via il giorno dopo come ho fatto io.    

Ora ricordo che mentre eravamo a mensa e mangiavamo, Gesù disse: “In verità vi dico, uno di voi, mi tradirà”. Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: “Sono forse io, Signore?”   

Sconcertante il “sono forse io” degli altri apostoli (..anch’io ero un apostolo, Gesù mi ha chiamato come uno dei “dodici e anch’io ero stato scelto da Gesù (Gv 15,16)), e allora il “forse sono io Signore” di tutti significa che il tradimento era un qualcosa che tutti avrebbero potuto fare.

Nel racconto di Marco a pensarci bene non c’è il mio nome, del traditore, perché forse non lo sono o forse perché nessuno aveva tentato di fermarmi e avevano tradito me, Giuda, prima di Gesù o perché tutti lo siamo. Ricordo che Gesù ci aveva detto che chi è senza peccato scagli la prima pietra…e ce ne siamo andati via tutti.

Solo Gesù è diverso e quella sera a cena prese il pane lo spezzò e lo diede a tutti noi, e a me per primo, e si donò per tutti, anche per me, Giuda, il traditore.

Forse è stato tutto un equivoco storico, diciamo che è successo tutto quello che Dio Padre aveva pensato “..davvero in questa città si radunarono contro il tuo santo servo Gesù, che tu hai unto come Cristo, Erode  e Ponzio Pilato…per compiere ciò che la tua mano e la tua volontà avevano preordinato che avvenisse.” (At 4,29-30) Vorrei pensare quindi che anche io, Giuda detto Iscariota, sia stato uno strumento del disegno che alla fine porta alla salvezza degli uomini e che l’alba della Pasqua della nostra salvezza, a cui io Giuda non giunsi nella mia storia terrena, risplende, però, anche per me.

Buona domenica

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