Commento domenicale 30/04/2023
IV Domenica dopo Pasqua anno A
“In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore.” (Gv 10,1-10)
Una delle porte del Tempio di Gerusalemme si chiamava proprio “Porta delle pecore” dove entravano gli ebrei che attraversavano questa porta orientale ed il cortile del Tempio per entrare nello spazio del mistero della presenza di Dio.
Ora Gesù con un’arditezza suprema dichiara “Io sono la porta delle pecore”, il vero Tempio, colui attraverso il quale vi potete mettere in contatto con l’eterno, incontrare il Signore nel culto. Per l’ascoltatore ebreo inoltre il dire “Io sono” sapeva di blasfemo infatti evocava l’espressione di Dio che parla dal roveto ardente sul monte Sinai: “Io sono colui che sono” (Es 3,14), una misteriosa definizione di Dio. Questa pagina quindi è per Giovanni un inno alla divinità di Cristo.
Ma nella parabola si parla anche di “ladri o briganti”, coloro che non sono “la via la verità e la vita” (Gv 14,6) e che non danno la propria vita per le pecore, e saranno proprio costoro che la notte del tradimento, nel Sinedrio, quando Gesù alla domanda di Caifa che gli chiede “Sei tu il Cristo, il Figlio di Dio benedetto?” dirà: ”Io lo sono!” (Mc 14,62) urleranno “Ha bestemmiato” dando inizio alla sua passione e morte.
Buona domenica
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