Commento domenicale 14/05/2023

Pubblicato da Edoardo Amadio il

VI  Domenica di Pasqua anno A

“..io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre.” (Gv 14,15-21)

Oggi parliamo di Spirito Santo, un altro Consolatore, perché il primo è Gesù e così la Chiesa non sarà mai sola perché avrà sempre accanto lo Spirito che sarà perciò il suo Consolatore.   

Certo per conoscerlo non bastano le mani gli occhi e l’intelligenza, è necessaria la fede.

Nei primi secoli una diversa modalità di approccio al mistero trinitario fu la causa dello scisma d’oriente. L’origine teologico della separazione tra Roma e Costantinopoli (i cristiani Ortodossi) va cercata nel silenzio del Simbolo Niceno-Costantinopolitano riguardo alla relazione Figlio-Spirito Santo, scrissero infatti i padri conciliari: “Credo nello Spirito Santo che è Signore e procede dal Padre. Con il Padre ed il Figlio è adorato e glorificato,”. Nel 1014 la Chiesa di Roma ruppe quel silenzio e aggiunse il “Filioque” (e dal Figlio)  “Credo nello Spirito Santo che è Signore e procede dal Padre e dal Figlio” e così nel 1054 si realizzò ufficialmente lo scisma d’oriente.

Silenzio che ancora lascia la questione aperta del rapporto fra cristologia e pneumatologia (termine filosofico, significante la ‘dottrina dello spirito’). La posizione Orientale tendeva soprattutto a distinguere fra economia ed immanenza, sottolineando molto la trascendenza e quindi la indicibilità e l’incomprensibilità del mistero divino, sempre più grande della sua rivelazione nella storia. In questo forte senso della divina trascendenza si radica lo spirito contemplativo ed adorante proprio della grande tradizione orientale. L’Occidente, lo spirito pratico latino ed aderente al concreto, ragionava a partire dalla concretezza dell’economia salvifica, nella quale a noi il Mistero si è offerto, con un doppio rischio di non sottolineare sufficientemente l’inconoscibilità e la trascendenza divina e di dare troppa importanza nella esperienza di fede, agli elementi visibili e storici. Posizioni di partenza diverse però non significano affermazioni vere e affermazioni false, ma due verità profonde, questo concetto propone una buona prospettiva per il dialogo ecumenico.

Buona domenica

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