Commento domenicale 28/05/2023
PENTECOSTE anno A
Lo Spirito che rinnova il mondo.
Si legge ancora troppo spesso, su riviste “pastorali” o nei commenti sulla “Genesi”, che siamo usciti dalla mano del Creatore che eravamo cosa ‘molto buona’, citando Gn 1,31. La successione delle parole e dei fatti dell’ultimo giorno della creazione descritti nel libro della Genesi sono chiari; versetti dal 26 al 30: “Facciamo l’uomo”.. “Dio creò l’uomo”.. e “A tutte le creature nelle quali è alito di vita io do in cibo ogni erba verde e così avvenne.” Ora terminato il lavoro c’è il versetto incriminato di Gn 1,31 “Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco era cosa molto buona”, ma il riferimento “molto buona” era per la creazione tutta, portata a definitivo compimento e non in riferimento alla creazione dell’uomo.
Ora noi, eterne creature dell’attesa, dobbiamo invocare incessantemente il Creatore, lo “Spirito di Dio”, donatoci dal Figlio quale regalo del Padre, (Gv 14) per diventare profezia di qualcosa di buono, magari di “cosa molto buona”. Abbiamo bisogno dello Spirito che sarà sempre con noi (14,16), che ci “insegnerà ogni cosa che Gesù ci ha detto” (14,26), per realizzare nell’uomo la “Gloria di Dio” (Sant’Ireneo) nel regno del perdono e dell’amore.
Buona domenica
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