Commento domenicale 04/06/2023
SANTISSIMA TRINITA’ Anno A
Il mistero della croce è anche un mistero teologico trinitario. “Egli (il Padre) che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi, non ci donerà forse ogni cosa insieme a lui?” (Rom 8,32). La croce quindi è anche storia del Padre e poi sulla croce: “Gesù chinato il capo, consegnò lo Spirito.” (Gv 19,30).
La Trinità c’è tutta attorno ad una croce che il teologo legge come un atto di massima donazione di amore e non di sofferenza: siamo salvi per l’amore di Cristo non per le sue piaghe.
Come leggere allora il grido di Gesù morente, segno dell’abisso di dolore e di esilio, per entrare nel più profondo della sofferenza del mondo e portarla alla riconciliazione col Padre? E’ la nostra sofferenza che trova la solidarietà di Dio.
“Ma Dio, che, oltre ad essere Onnipotente, è sapienza e Amore, desidera, per così dire, giustificarsi davanti alla storia dell’uomo…un Dio che condivide la sorte dell’uomo e partecipa al suo destino… Se nella storia umana è presente la sofferenza, si capisce perché la Sua onnipotenza si è manifestata con l’onnipotenza dell’umiliazione mediante la croce.” (Giovanni Paolo II -Varcare la soglia della speranza-)
Lo scandalo della croce rimane la chiave di interpretazione del grande mistero della sofferenza.
Buona Domenica,
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