Commento domenicale 08/10/2023
Domenica XXVII T. O. anno A
“Ripensare alla liturgia” è uno dei temi del Sinodo indicata come un banco di prova per vivere e trasmettere il significato della vita cristiana.
“Servono proposte per riapprendere questo linguaggio dell’anima perché anche la lingua liturgica ha necessità di essere imparata. E la si apprende frequentandola. Nel celebrare, ad esempio, si coglie il valore del silenzio, si è toccati dalla vicinanza degli altri, si viene catturati dal messaggio di una preghiera, si è aiutati dalla spiegazione della Parola. Ma c’è anche una capacità di adattamento che da sempre la liturgia ha. Essa è un corpo vivo, non un fossile e può ricorrere a parole nuove o a approcci che colgono le sensibilità di oggi.
Poi c’è la qualità dei riti che può essere riassunta nel motto “Più Messa, meno Messe”. In aiuto possono venire l’arte e il canto. Non sono elementi accessori ma parte della liturgia stessa. Essi indicano come la lode a Dio si avvalga anche di leve culturali diversificate. Perché culto e cultura vanno di pari passo. E l’altare è sorgente di carità. Nell’Eucaristia Cristo si rende presente per farci dono della sua Pasqua. Un dono ricevuto che diventa dono restituito nel servizio e nell’abbraccio al prossimo. Essere stati alla mensa del Signore apre a una prassi di ospitalità del fratello che è chiamata a farsi annuncio del Risorto. Altrimenti tutto si riduce all’assistenzialismo o alla filantropia.” (Matteo Maria Zuppi, Presidente conferenza episcopale)
Buona domenica
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