Commento domenicale 24/12/2023
La benedizione alle coppie dello stesso sesso.
Papa Francesco ha detto sì.
Con il documento ‘Fiducia supplicans‘ del dicastero della Dottrina della Fede si aprirà alla benedizione delle coppie dello stesso sesso, ma al di fuori di qualsiasi ritualizzazione. La dottrina sul matrimonio quindi non cambia con questa apertura, perché la benedizione non intende equiparare l’unione ad un matrimonio che per la Chiesa è fondato sul vincolo di un uomo e una donna.
Ma che cos’è una benedizione?
Il Codice di diritto canonico, sulla scorta degli atti del Concilio Vaticano II, tratta le benedizioni nel quadro dei “sacramentali”, ossia “segni sacri attraverso i quali sono significati e ottenuti per impetrazione della Chiesa effetti soprattutto spirituali” (Can. 1166).
Il can. 1167 precisa poi che la Sede apostolica “può costituire nuovi sacramentali, o interpretare autenticamente quelli già accolti, come abolirli o modificarli.” Si può aggiungere che le benedizioni sono “azioni liturgiche” comunitarie, che il Concilio ha voluto affidare principalmente all’amministrazione dei laici, riducendo a “pochissime” quelle riservate ai Vescovi o agli Ordinari. Tali “azioni liturgiche” sono state pertanto precisate e regolate in un apposito titolo del rituale romano, promulgato nel 1984 da Giovanni Paolo II, che attribuisce anche alle Conferenze episcopali nazionali la possibilità di redigere opportuni adattamenti liturgici. Non si deve però in qualsiasi caso confondere il rito con la sostanza: il c.d. “benedizionale” non è una fonte giuridica, ma una guida liturgica.
Ora in attesa che la Chiesa si liberi dalla gabbia della morale sessuale, il popolo di Dio può legittimamente pregare con le parole del Salmo 102 e benedire ogni unione d’amore: la gloria di Dio, fino a prova contraria, è l’uomo vivente.
Buona domenica e BUON NATALE!
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