Domenica 17 marzo 2024 – V di Quaresima B – Giovanni 12,20-33

Pubblicato da emme il

Voglio tentare di tenere insieme due parole incontrate nel vangelo che abbiamo appena letto. Sembrano parole fra loro lontane, inavvicinabili, incompatibili. Gloria e servizio. Ditemi se non appaiono di fatto inconciliabili? Il concetto di gloria nel quarto vangelo, il vangelo di Giovanni, è decisivo. Il sanscrito klu o cru, da cui gloria, significa farsi udire, risuonare. Da klu al greco kleos che significa aver fama, rinomanza, essere lodato e stimato, aver prestigio, essere meritevole di onore per i successi conseguiti, non venir dimenticato per i risultati raggiunti. “E’ venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato”. Per Gesù è l’ora della gloria cioè l’ora di essere riconosciuto, l’ora di venir ricordato. Non è ancora l’ora, dirà alla madre al capitolo 2 di questo stesso vangelo. Gesù, qui invece, non fugge l’ora e dice: “per questo sono giunto a quest’ora”. È l’ora in cui farsi riconoscere senza fraintendimenti, è l’ora dell’essere ricordati senza equivoci. È l’ora del servire, è l’ora di far parlare di sé non apparendo ma scomparendo, come il seme caduto in terra, non imponendosi ma piegandosi, come il servo che lava i piedi al suo padrone. Servire è un’altra bella parola, complessa nella sua origine. Potrebbe indicare colui che è legato a qualcuno anche se non in un rapporto di asservimento. Servire è custodirti, è guardarti per capire come soccorrerti, come meglio esserti utile, è sorvegliarti per poterti proteggere, per essere pronto a rispondere ai tuoi bisogni. Per il vangelo questa è la gloria. Servire è regnare, cantiamo con un testo del Gen Verde. Fa’ che impariamo che il più grande è chi più sa servire, chi si abbassa e chi si sa piegare. “L’ho glorificato e lo glorificherò ancora”, questa voce che scende dal cielo è come quella che irrompe dall’alto nei sinottici, laddove si racconta la trasfigurazione. Nel vangelo di Giovanni non è riportata questa esperienza. Potremmo ritrovarla qui, nell’assunzione di consapevolezza che  la gloria, la luce, si rivelano nel servire. “Questa voce non è venuta per me, ma per voi”. E voi, voi per cosa vorrete essere ricordati? Cosa renderà eterno il vostro nome? Cosa vi renderà famosi? Salire scendendo, questo è il programma del vangelo. Innalzarsi inabissandosi. Regnare servendo. Splendere scomparendo. È il programma della nostra vita? Chi scende o scenderà in campo nella politica per che motivo lo fa? In Iran, in Russia, negli USA, in Europa nel prossimo giungo, in Veneto fra un anno, qui, fra qualche mese? È solo un esempio perché di fatto tutti scendiamo in qualche campo e lì cosa siamo, come siamo? Vuoi vedere Gesù, lo ritrovi appeso al legno! Vuoi vedere me? Dove mi possono cercare, dove mi possono trovare? Nel solco di questa storia per marcire e portare frutto, o altrove? Perché servire è regnare!


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