Domenica 28 aprile 2024 – V di Pasqua B – Giovanni 15,1-8
“Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato”. Ho finalmente preso in mano un libricino di Erri De Luca dal titolo Cercatori d’acqua. Forse già sapete che si tratta di un non credente ma al contempo di un grande studioso dell’ebraico biblico e quindi di un profondo conoscitore della Scrittura. Ad un certo punto, nel libro, cita il versetto 7 del salmo 40: “Un paio di orecchie hai forato in me”. Gli orecchi, scrive l’autore, sono come un serbatoio dove le parole di Dio vengono raccolte e conservate. Gli orecchi come recipienti da cui far affiorare alle labbra le parole sentite. Bellissima l’immagine, ancor più bella se parla di noi e di quanto quelle parole possono aver fatto della nostra vita. Siamo già puri, dice Gesù, perché abbiamo ascoltato. La parola ha potato e ha fatto fiorire vita in abbondanza (In questo è glorificato il Padre mio: che portiamo molto frutto). Possiamo dirlo? Possiamo dire che la Parola è riuscita a fare questo in noi? La prima lettura ci ha detto cos’è riuscita a fare quella stessa parola piovuta dal cielo negli orecchi di Paolo. Ne ha fatto un discepolo che racconta, parla, discute, predica. Ma Giovanni nella prima delle sue tre lettere aggiunge anche: “Non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità”. La verità delle parole e la verità dei gesti. Ci sono tante parole di cui la Scrittura ci ha riempito gli orecchi e che non siamo capaci di ridire tanto sono impegnative e scardinanti. Spesso restano anche parole impraticate, tanto sono esigenti, ma sono quelle che praticate fanno scorrere vita dentro la vita, altrimenti finisce per seccarsi e di una vita così che ne fai? “Senza di me non potete far nulla” leggiamo ancora dal vangelo di questa domenica. La vita in me viene da colui che è la Vita, ed è vita perché non si trattiene dal darla, dal donarla. Leggere questo passo di Giovanni mi fa venire in mente l’altro celebre passo di Paolo, dalla prima ai Corinzi. “Senza la carità non sarei nulla… senza la carità nulla mi servirebbe”. Stiamo lavorando coi giovanissimi su uno dei quattro elementi della natura, l’acqua, dopo esserci già intrattenuti sugli altri. Ebbene, Filippo mi ha fatto conoscere un certo Masaru Emoto, uno studioso giapponese che dimostra quanto i pensieri e le parole influenzano la realtà fisica. Ad esempio ha esposto l’acqua alle parole e ai pensieri. Quelli positivi, ha notato, fanno crescere belle costruzioni cristalline perché l’acqua assorbe anche la nostra energia. Così come l’acqua anche le persone assorbono le energie buone o cattive. Le parole che diciamo non sono ininfluenti. Che vibrazioni regaliamo, che energie facciamo scorrere da noi agli altri? Tutto ciò che ci circonda subisce le conseguenze delle nostre parole e delle nostre azioni. E allora cosa vogliamo essere? Il vangelo cosa può regalarci se le sue parole ci abitano, se le sue parole diventano gesto? Proviamoci e proviamoci sempre.
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