Commento domenicale 27/10/2024
27/10/2024 Domenica XXX T.O. anno B
LITURGIA, PREGHIERA DELLA CHIESA.
Il riferimento è sempre la riforma liturgica del Vaticano II con la sua volontà di spostare, col nuovo rito e la liturgia, l’accento verso l’assemblea ora divenuta celebrante, dal ruolo prettamente sacramentale del sacerdote. Ora a 60 anni dalla riforma, molte celebrazioni liturgiche come quelle dei più importanti sacramenti, sono percepite e vissute come “cerimonie” socio-religiose che non come preghiera, pensiamo ai battesimi alle cresime o a certi matrimoni.. Clero e popolo si sono trovati a celebrare lo stesso rito su due strade parallele senza incontrarsi, dimenticando che “Nella Chiesa il sacerdozio è di tutti, le ministerialità di alcuni ”. In tanti fedeli persiste ancora la convinzione che preghiera sia quella intima individuale con le formule imparate dal catechismo, ma nelle liturgie non c’è posto per la preghiera individuale. Certamente conoscere il rito della Messa (possiamo chiedere un aiuto in questo senso ai nostri sacerdoti) aiuta a partecipare, a vivere la liturgia che non comunica solo con le parole, ma soprattutto con i gesti e le cose, che Sant’Agostino chiamava “parole che si rendono visibili”. Allora l’assemblea può assumere una partecipazione più attiva, diventare un tutt’uno col presidente e i ministranti e poi con la Parola stessa e diventare la presenza sacramentale di Cristo (Il Signore ci riunisca in un solo corpo). L’arte del celebrare riguarda tutti. Si è parlato di tutto questo anche nell’ultimo sinodo dei vescovi per vedere tra le altre cose se le norme sono forse un ostacolo che obbligano all’osservanza, anche se non può esistere una creatività senza regole. A questo punto non si vuole creare nuovi riti, ma porre in atto, con pienezza di verità e di ricchezza umana quelli che la Chiesa ci consegna, per essere quindi una Chiesa viva.
Buona domenica
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