Commento domenicale 03/11/2024

Pubblicato da Edoardo Amadio il

03/11/2024 Domenica  XXXI  T.O.  anno B

Il riferimento è sempre la riforma liturgica del Vaticano II e le ragioni della stessa sono indicate con estrema chiarezza nella costituzione conciliare Sacrosantun Concilium: “La chiesa si preoccupa vivamente che i fedeli non assistano come estranei o muti spettatori a questo mistero di fede, ma comprendendolo bene per mezzo dei riti e delle preghiere, partecipino all’azione sacra consapevolmente, pienamente e attivamente. (Sc 48)

La differenza tra questa nuova liturgia, nuovo tipo di Chiesa, rispetto al vecchio messale di Pio V (tridentino) balza all’occhio da un semplice raffronto tra i due messali. Il rito della messa secondo il Vaticano II inizia con queste parole: “Populo congregato, sacerdos cum ministris ad altare accedit.” (Quando il popolo è riunito, il sacerdote con i ministri. si reca all’altare) Il rito del messale tridentino recita:” Sacerdos paratus, cum ingreditur ad altare, facta reverentia se signat.”  (Quando il sacerdote è pronto ed entra nell’altare, fatto l’inchino fa il segno della croce.)

La differenza è abissale. Qui è la sola persona del sacerdote che domina, là invece, il primo segno è l’assemblea del popolo cristiano cui segue la figura del sacerdote presidente. (Sc33)

L’assemblea, concetto inesistente nel vecchio rito del messale tridentino ora diventa col Vaticano II il vero soggetto celebrante alla cui presidenza si colloca a nome di Cristo il sacerdote.        

Buona domenica

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