Domenica 6 aprile 2025 – V di Quaresima C – Giovanni 8,1-11

Pubblicato da emme il

C’è qualcosa di sublime, di impareggiabile che sta sopra a tutto, ed è la conoscenza di Cristo, per cui tutto il resto è spazzatura. Sono parole di Paolo dalla lettera ai Filippesi. Conoscere Cristo e la potenza della sua risurrezione. Non vi sembra che i testi biblici di oggi siano già decisamente pasquali. Isaia scrive di strade aperte nel mare e nel deserto, di fiumi che invadono la steppa, di novità che germogliano, qualcosa che abbiamo già sentito una settimana fa sempre da Paolo: “Se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove”. È quel nuovo che brilla nella splendida pagina di vangelo di oggi: la donna adultera non viene condannata, anche se la legge lo consente, ma la legge non sempre ci fa giusti. Quella donna è fatta nuova dalla misericordia. E se questo è il frutto della conoscenza di Cristo possiamo permetterci di ignorarlo? Guardiamoci dentro e guardiamoci intorno, forse non possiamo che constatare amaramente un’infinita ignoranza su Cristo. Se conoscessimo Cristo le cose marcerebbero in un’altra direzione. Ma di fatto non conosciamo Cristo e allora il mare diventa una tomba e il deserto resta inospitale. Conoscere Cristo è far sì che la vita nostra e degli altri sia irrorata dalla possibilità di germogliare ancora. Cristo fa questo nelle vite che incrocia e in quelle che si lasciano intercettare da lui. A Gesù pongono una domanda fetente, quelli che si aggrappano alla legge per esibire la loro rettitudine. Ma, come ci diceva chi giovedì ha commentato questo vangelo, Gesù stesso si prende il tempo per divinizzare la risposta alle tante domande provocatorie che lo raggiungono. Viene dal monte degli Ulivi dove ha cercato il silenzio e l’intimità col Padre, e poi scrive per terra, una volta e poi un’altra. Prende tempo perché in lui fluisca una risposta diversa, perché lo abiti una risposta alternativa, nuova (ecco faccio una cosa nuova). Lapidare una donna adultera è ucciderla perché si è sottratta alla logica maschilista e patriarcale che su quel corpo o su quel cuore vanta, rivendica un diritto. Non è forse quello che è successo già per 10 volte in Italia dall’inizio di questo 2025? Quelli col sasso in mano nel vangelo spariscono tutti a partire dai più anziani, forse perché meno spavaldi dei giovani o forse perché più consapevoli del proprio carico di fragilità. Conoscere Cristo è accettare una logica nuova che ha riflessi in primis sul nostro personale vissuto. E se quegli uomini se ne fossero andati non perché atterriti dal Maestro ma piuttosto perché raggiunti nel profondo dall’idea che anch’essi altrove possono rifiorire, rinascere? Gesù non offre solo a quella donna una possibilità, la offre a tutti coloro che minacciosi le facevano corona. È la stessa possibilità che Gesù offre a noi. Ecco perché val la pena conoscerlo, ne va del nostro fiorire o del nostro appassire.


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