Commento domenicale 18/03/2018

Pubblicato da Edoardo Amadio il

V DOMENICA DI QUARESIMA anno B

“Se il chicco di grano non cade in terra e non muore, rimane solo; se invece muore porta molto frutto.” Gv.12, 20-33

Il Signore ha dato la sua vita per noi in due modi, fisicamente morendo in croce “Gesù li amò fino al segno supremo..” Gv.13,1 e donando la propria vita mettendola al servizio degli altri, è per questo che la lavanda dei piedi dell’ultima cena è stata avvicinata all’istituzione dell’Eucarestia: è sempre un donare la propria vita e quel “fate questo in memoria di me” ci riguarda tutti: l’amore che porta Gesù a donare la propria vita è l’unico assoluto per noi cristiani.
Oggi leggiamo nel Vangelo che dobbiamo rinunciare a noi stessi per donare la vita per gli altri, altri che possiamo intendere un modo di porci verso il prossimo o l’impegno di un servizio per gli altri, ma anche l’impegno della vita verso un figlio, il matrimonio, la famiglia… Insomma, per noi cristiani quella dell’”amore” più che di un comandamento, si tratta di un “mandato”, d’un incarico, d’una missione. Dare la propria vita poi è pienezza di vita, piena realizzazione dell’essere uomini è realizzare già su questa terra quella salvezza che il Signore è venuto ad annunciare a tutti gli uomini. In Teologia è la rivelazione dell’eminente dignità del piccolo e della grandezza del servo: è la rivelazione di Dio.

Buona domenica

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