Assunzione della B.V. Maria – Giovedì 15 agosto 2024 – Luca 1,39-56

Pubblicato da emme il

Ho scritto queste righe nella bellissima chiesa di Abbadia a Isola, nelle campagne fra Colle Val D’Elsa e Monteriggioni, nel mentre ero in cammino verso Siena in compagnia dei giovani del Clan Scout. Il caldo impossibile ci ha imposto una pausa prolungata, camminare sotto il sole assurdo negli scorsi giorni nel bel mezzo del pomeriggio sarebbe stato un suicidio. La chiesa, sulla parete a sud, custodisce proprio un affresco, ben conservato, dell’Assunzione di Maria. In basso, al centro, fra gli apostoli e Gesù, si c’è anche lui, se non mi sbaglio, insieme a qualche altro santo della devozione locale (non manca Santa Caterina da Siena naturalmente), sta un sepolcro traboccante di fiori. Maria è posta in alto, in trionfo, fra gli angeli e altri santi. È l’Assunta, cioè l’accolta in cielo. Il cielo è ora la sua patria. Ma, a questo punto, il cielo è la patria di tutto ciò che è umano, di quell’umano che in Maria ha avuto modo di esprimersi senza troppe sbavature, o forse è meglio dire senza nessuna sbavatura… Il segno di questa vita piena, compiuta, densa, potrebbero essere proprio i fiori che generosamente riempiono quel vuoto, fiori che evocano una assente ma quanto mai presente, se pensiamo solo alla pietà popolare che è sorta nei secoli attorno alla figura di Maria. Il Magnificat che abbiamo risentito, parla di umanità riscattata, risollevata, di umanità a cui è ridata dignità. L’umano può marcire nei più tetri bassifondi della storia o può brillare su quelle vette dove l’uomo, sempre l’uomo, è disposto a portarlo, ad innalzarlo. L’umano al vertice, questo mi dice la festa che celebriamo, ma l’umano di chi? Di qualcuno o di tutti? Tutti assunti e nessuno lasciato tanto in basso o così in fondo, abbandonato alla disperazione. Ma di quale umano essere interpreti tanto da immaginare che possa trovare casa in Dio? Quali espressioni di umano che siano degne di noi, perché siano degne anche di Dio? E’ una festa quella dell’Assunta, che torna a dirmi di essere più uomo e uomo meglio di come non lo sia stato fin qui. Uomo disposto a fare l’uomo al meglio delle sue possibilità perché tutto l’umano di cui siamo capaci trovi casa in Dio. Il cielo, dunque, affollato della migliore umanità che ognuno può esprimere. Di cosa dovrebbe essere pieno, come già questa terra e questo tempo, se non di noi e del meglio di noi. Quel meglio per cui ci diamo da fare già qui, quel meglio che favoriamo negli uomini e nelle donne che da soli proprio non ce la fanno, ma chi ce la fa da solo? L’assunzione è la festa della speranza che tutto l’umano degno di tale nome possa trovare nel Risorto risurrezione. E allora preghiamo dicendo: Signore, il nostro essere e l’essere di tutti, l’umano di ciascuno, aiutato a fiorire, giunga alla gloria della risurrezione.


0 commenti

Lascia un commento

Segnaposto per l'avatar

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *