Commento domenicale 12/11/2017

Pubblicato da emme il

San Giuseppe, 12 Novembre 2017

Domenica XXXII del T.O.

“..Ecco lo sposo! Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade, mentre le stolte dovettero andare a comprare l’olio” (Mt.23, 1-12)

Il brano del Vangelo di oggi è ricco di simboli e di antitesi; il sonno e la veglia, la notte e la luce, simboli che vogliono dire che è ora di svegliarsi dal sonno perché lo sposo, la salvezza è vicina a noi e noi dobbiamo saperla cogliere: ora.

La prima cosa che fece Dio è stato separare la luce dalle tenebre, ma come dice Giovanni, Gesù era la luce, ma il mondo non lo riconobbe.

L’amore per la vita, per tutto quello che è vita, é tutto ciò che ci ha insegnato il Signore: è passare dalle tenebre alla luce è il riconoscere la vita dalla non-vita.

In quella lampada accesa che nelle mani delle vergini sagge non si spegne mai, c’è la saggezza del saper vivere.

Noi siamo una piccola luce, ma la nostra vita è tutto quello che abbiamo e dobbiamo spenderla bene; basta allora aprire una breccia nel nostro cuore per far entrare qualcosa d’altro che sappia sorprenderci per cogliere il significato pieno, il segreto: l’immenso della vita quando la “misura dell’amore è amare senza misura”. (Bernardo di Chiaravalle)

Per questo come termina il vangelo di oggi dobbiamo.. “vegliare” ma non sul mondo, ma su di noi sulla nostra vita sulla nostra felicità sulla nostra salvezza.

 

BUONA DOMENICA

 

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