“..quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi e ciechi e sarai beato, riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti.” (Lc.14,1.7-14)
Forse
la ricompensa alla risurrezione dei giusti non convince più come un tempo, non
è ritenuto motivo sufficiente per fare del bene, perché di questo si parla oggi
nel Vangelo.
Quello
che ci invita a fare il Signore è un modo di fare del bene che va oltre il buon
senso dell’ “ateismo umanitario”, l’attuale religione del popolo come
ipotizzata e definita nel secolo scorso da una certa filosofia (Feuerbach),
anche se molte volte oggi non troviamo l’“umanitario”.
Benedetto
XVI questo tempo in cui il cristianesimo è ritenuto “irrilevante” lo definisce
dell’“ateismo pratico”.
Al
massimo si parla di solidarietà, come concetto sociale, ma parole come carità e
amore per il prossimo, concetti essenzialmente religiosi non si usano proprio.
Fare appello alla pietà è inutile al massimo fa presa parlare di “diritti”, dei
poveri, dei migranti delle minoranze .. nel tempo attuale risulta difficile
appellarsi anche alla coscienza perché appiattita sul pensiero popolare dei
“social”.
Il Signore, come sempre contro corrente, ci invita ad una carità, ad un fare del bene che è religioso, perché rivolto ad un uomo, a qualsiasi uomo, che per il cristiano è immagine di Dio (quello che avete fatto al più piccolo, l’avete fatto a me! Mt.25,40). Non è mai stata vita facile per la Chiesa, oggi più che mai, e in cuor nostro cristiano non ci rimane che il perenne appello alla Parola di Dio e la preghiera, in attesa della ricompensa alla risurrezione dei giusti.
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Commento domenicale 01/09/2019
Pubblicato da Edoardo Amadio il
Domenica XXII T.O. Anno C
“..quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi e ciechi e sarai beato, riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti.” (Lc.14,1.7-14)
Forse la ricompensa alla risurrezione dei giusti non convince più come un tempo, non è ritenuto motivo sufficiente per fare del bene, perché di questo si parla oggi nel Vangelo.
Quello che ci invita a fare il Signore è un modo di fare del bene che va oltre il buon senso dell’ “ateismo umanitario”, l’attuale religione del popolo come ipotizzata e definita nel secolo scorso da una certa filosofia (Feuerbach), anche se molte volte oggi non troviamo l’“umanitario”.
Benedetto XVI questo tempo in cui il cristianesimo è ritenuto “irrilevante” lo definisce dell’“ateismo pratico”.
Al massimo si parla di solidarietà, come concetto sociale, ma parole come carità e amore per il prossimo, concetti essenzialmente religiosi non si usano proprio. Fare appello alla pietà è inutile al massimo fa presa parlare di “diritti”, dei poveri, dei migranti delle minoranze .. nel tempo attuale risulta difficile appellarsi anche alla coscienza perché appiattita sul pensiero popolare dei “social”.
Il Signore, come sempre contro corrente, ci invita ad una carità, ad un fare del bene che è religioso, perché rivolto ad un uomo, a qualsiasi uomo, che per il cristiano è immagine di Dio (quello che avete fatto al più piccolo, l’avete fatto a me! Mt.25,40). Non è mai stata vita facile per la Chiesa, oggi più che mai, e in cuor nostro cristiano non ci rimane che il perenne appello alla Parola di Dio e la preghiera, in attesa della ricompensa alla risurrezione dei giusti.
Buona Domenica
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