Commento domenicale 01/11/2020
SOLENNITA’ DI TUTTI I SANTI Anno A
“In quel tempo .. Gesù salì sul monte:” (Mt.5,1-12)
Il monte nell’immaginario collettivo è vissuto come il segno di un oltre, come il punto di congiunzione col cielo, la vetta ultima del monte diventa l’incrocio tra cielo e terra in un dialogo tra finito ed infinito.
Se nella Bibbia la montagna è il luogo dove incontrare Dio stesso, Mosè sul monte Sinai o Elia sul monte Moria, un Dio misterioso, lontano e trascendente: “.. i cieli e i cieli dei cieli non ti possono contenere”, ora il monte delle beatitudini, un monte teologico più che geografico, con Gesù diventa l’incrocio e l’abbraccio di Dio con l’uomo, un Dio che scende dalla sua dimora celeste ad ascoltare il grido che l’uomo di ogni tempo eleva verso di lui per diventare il Dio vicino, il Dio con noi.
Dopo le beatitudini Dio non è più circoscritto in un perimetro sacro e consacrato, magico e trascendente, ora noi lo possiamo vedere e toccare: “..beati i poveri, beati quelli che sono nel pianto, beati quelli che hanno fame …
ora anche la montagna parla all’uomo.”
Buona festa di ognissanti.
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