Commento domenicale 02/10/2022
Domenica XXVII T.O. C
“In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: “Accresci la nostra fede!”.
(Lc 17,5)
Fede, questione religiosa? Meglio dire questione di vita perché dà un senso alla vita e pure si contrappone alla “stupidità” del male (Hannah Arendt). Ed è proprio nel vivere l’assurdità del male che molti perdono la fede rifiutando il senso della salvezza offerto dalla fede in Cristo e affondano nella solitudine aggrappandosi con forza a qualsiasi cosa si offra alla mente. Molti affidano la coerenza del loro pensiero alla scienza, ma di certo nella sofferenza e nella solitudine la scienza e la tecnica non ti aiutano.
Giobbe invece annaspava nella vita, pensando che fede fosse “tutto proviene da Dio”: “Il Signore ha dato il Signore ha tolto, sia lode al Signore”. (Gb 1).
C’è poi chi nell’inferno del male (di cui siamo pieni anche nei giorni nostri) ha incontrato la fede, come Etty Hillesum, giovane ebrea poi convertitasi al cristianesimo, morta a 29 anni ad Auschwitz, che scriveva più volte nei suoi diari “La vita è bella” (lo ha detto anche Benigni, ma non da un campo di concentramento) e l’unica paura che aveva era di farsi impadronire dal rancore e dall’odio e ancora scriveva: “Dovunque mi troverò cercherò d’irradiare un po’ di quell’amore che mi porto dentro, perché debbo realizzarmi tra gli uomini nel mondo che trovo”.
Qui di seguito una sua stupefacente preghiera: “L’unica cosa che possiamo salvare di questi tempi, e anche l’unica che veramente conti, è un piccolo pezzo di te in noi, mio Dio. Sì mio Dio, sembra che tu non possa fare molto per modificare le circostanze attuali, ma anch’esse fanno parte di questa vita. Io non chiamo in causa la tua responsabilità, più tardi sarai tu a dichiarare responsabili noi. E quasi ad ogni battito del mio cuore, cresce la mia certezza: tu non puoi aiutarci, ma tocca a noi aiutare te, difendere fino all’ultimo la tua casa in noi.” (Diario 1941-1943, Adelphi Milano 1996)
Signore, accresci la nostra fede.
Buona domenica
0 commenti