Commento domenicale 07/08/2022

Pubblicato da Edoardo Amadio il

Domenica XIX T.O.  anno C 

“Per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava… Nella fede morirono tutti costoro, senza aver ottenuto i beni promessi, ma li videro e li salutarono solo da lontano, dichiarando di essere stranieri e pellegrini sulla terra… Per questo Dio non si vergogna di essere chiamato loro Dio.”  (Eb 11,1-2.8-19)

La seconda lettura di questa domenica ci racconta come Abramo abbia vissuto con fede l’ordine del Signore di partire, partendo senza sapere dove andava. Ci svela, e vale anche oggi, un mondo di fede senza illusioni, lasciando al fedele il solo desiderio e la speranza. Una Parola di Dio che ci attira a sé per avvicinarci all’incontro con Dio, che ci tiene lontano dagli entusiasmi ingannatori, per poi riconoscere come suoi i figli che ha generato: ”Dio non si vergogna di chiamarsi loro Dio”.

La fede non è successiva agli avvenimenti, non è successiva alla realizzazione delle sue promesse, unica certezza è l’amore di Dio per l’uomo.      

Come i grandi testimoni del passato anche noi oggi dobbiamo tenere fisso lo sguardo verso .. non sappiamo bene su cosa, ma sappiamo la meta da raggiungere; il dialogo col Signore con l’unica certezza che un amore ci aspetta.   

Bellissime le parole di padre Turoldo per esprimere il frutto umano della fede: “Anima mia, canta e cammina. Anche tu o fedele di chissà quale fede, oppure tu, uomo di nessuna fede: camminiamo insieme. E l’arida valle si metterà a fiorire: Qualcuno, Colui che tutti cerchiamo, ci camminerà accanto.

Buona domenica 

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