Commento domenicale 08/08/2021

Pubblicato da Edoardo Amadio il

Domenica  XIX  T.O. anno B

IL SACRO

Il termine “SACRO” è storico religioso e sta a significare un diverso modo di vedere la realtà, un vedere oltre la realtà (quello che non si vede almeno subito) per avvicinarsi alla verità del significato che circonda l’essere delle cose e dell’uomo, è l’introduzione al mistero, è un’esperienza del divino.

E’ anche lo sforzo dell’uomo di voler vivere un mondo che abbia un significato.

Il sacro ci traghetta in un mondo misterioso, una parte integrante dell’uomo e per questo non meno reale di qualsiasi cosa che riguarda l’uomo e l’universo, è solo una realtà nascosta da sentire e vivere più che vedere, ma per qualcuno, quindi, un mondo irrazionale che necessita di una “rottura di livello”, di un salto nel buio, un linguaggio preriflessivo: ma l’uomo non è solo razionalità. (“I beni più grandi ci vengono dalla follia..” PLATONE, Fedro.)

Il cristianesimo è stato il motore di una desacralizzazione del mondo: la creazione è quello che Dio disse; le cose sono quindi altro da Dio. 

I Romani accusavano i cristiani di essere atei e il loro culto era bollato come “prava superstizio”   perché non condividevano una visione sacra del mondo e non partecipavano ai riti e cerimonie che sacralizzavano la natura e i suoi fenomeni. E avevano ben ragione se pensiamo a cosa aveva detto Gesù: “Viene l’ora ed è questa in cui i veri adoratori adoreranno Dio in spirito e verità” (Gv. 4,21-23).

C’è chi dice, come Umberto Galimberti, che la Chiesa ha abbandonato il linguaggio del sacro per occuparsi della sola morale e che il ritorno del sacro (movimenti spirituali attuali) è dovuta ad una domanda inevasa circa il senso della propria esistenza che appunto il sacro doveva dare.

A forza di ragionare mi sa che abbiamo ragionato troppo e ridotto tutto a ragione? C’è ancora spazio per il trascendente? Motivi per vivere come il Signore ha indicato essere buono per noi? Sappiamo ancora dare la nostra vita per una persona? Un ideale? Abbiamo ancora la capacità di “credere quia absurdum est”, di credere proprio perché è assurdo?

Buona Domenica    

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