Commento domenicale 14/11/2021
Domenica XXXIII T.O. B
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.” (Mc.13,24-32)
Questa settimana il Vangelo ci propone un pezzo di letteratura apocalittica per dirci quale era il pensiero che dominava al tempo di Gesù: un’attesa imminente dell’arrivo del messia che avrebbe significato la fine del mondo, di quel mondo, per dare inizio ad un nuovo mondo giuridico sociale religioso. Questo pensiero, tutto giudaico, portò lutti e distruzione e fu successivamente causa della grande “shoah” del popolo ebreo.
Racconta Giuseppe Flavio, storico giudeo commentando la prima rivolta giudaica che portò alla distruzione di Gerusalemme: ” Man mano che crescevano l’orrore e la strage, aumentavano le certezze apocalittiche degli assediati, un angelo sterminatore avrebbe salvato la città”. Anche nella seconda rivolta giudaica che vide due milioni di ebrei uccisi dai romani non andò diversamente.
Nel corso della storia ci furono altre occasioni per le convinzioni di essere nel momento storico della fine del mondo, come ad esempio allo scoccare dell’anno mille, ma basti pensare che non c’era unanimità sul “calendario“ (nella sola Italia c’erano una decina di calendari con calcoli diversi del tempo) per cui anche quella “fatidica data” perdeva qualsiasi valore.
Anche oggi qualcuno ci riprova, ma se come racconta Marco (Mc.13,24-32) “Quanto poi a quel giorno e a quell’ora, nessuno li conosce neanche gli angeli nel cielo e neppure il Figlio, ma solo il Padre” possibile che lo conosca e sia autorizzato ad annunciarlo un qualsiasi fanatico di qualche setta religiosa?
Noi preghiamo con fede con le parole del salmo: “Nelle tue mani Signore è la mia vita.” (Sal 15)
Buona Domenica
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