Commento domenicale 15/11/2020
Domenica XXXIII T.O. anno A
” .. a uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno”.
(Mt. 25,14-30)
Se quei servi siamo noi significa che tutti abbiamo ricevuto qualcosa di cui dovremo render conto e quel qualcosa che ci contraddistingue come esseri umani.. è la ragione. Siamo tutti figli di Adamo, che aveva dato un nome a tutti gli animali e tutti gli uccelli dei cielo. Dare un nome, nella cultura biblica significava la capacità che Dio aveva dato all’uomo di dominare sul creato e di elaborare il linguaggio formando ed elaborando dei concetti.
Don Primo Mazzolari era solito dire agli uomini: “Quando entrate in chiesa vi togliete il cappello non la testa.” Togliersi la testa, o per paura di pensare o per fatica di pensare non è fare opera gradita a Dio, che ci ha fatto dono dell’intelligenza. Il Signore Dio è paziente e si aspetta la trasformazione del mondo e parliamo solo di sapienza, intelligenza, razionalità da mettere in opera e non accetta che un dono così grande possa rimanere inoperoso.
Allora non abbiamo scampo e preghiamo: “Signore, rendimi sempre operoso e vigilante nella speranza di sentirmi chiamare anch’io servo buono e fedele.”
Buona domenica
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