Commento domenicale 17/03/2024

Pubblicato da Edoardo Amadio il

“Le Guide della celebrazione compiranno «solo e tutto ciò che concerne l’incarico ad essi affidato» (SC 28) e avranno cura di valorizzare e di coordinare tutte le ministerialità presenti nella comunità. 

Va assicurata una formazione specifica per fornire loro una competenza nel guidare queste celebrazioni. A questo scopo, l’Ufficio liturgico diocesano appronterà appositi percorsi formativi che saranno sperimentati in questo anno pastorale e successivamente riproposti, su richiesta, nelle varie zone della Diocesi. Parimenti sarà importante formare le comunità cristiane al senso, (pur col carattere di eccezionalità), di questa modalità celebrativa rispetto all’Eucarestia e al precetto festivo.” (01/01/2018 Diocesi di Vicenza)

Dal dettaglio e rigidità dei compiti da fare (solo e tutto ciò che concerne l’incarico), dal  numero delle persone che il rito prevede per questa liturgia, e dalla dinamica dei servizi stessi, con il sali scendi dal presbiterio alla navata che la guida deve fare, dallo spostamento del rito penitenziale,  la processione del lezionario, il momento di adorazione che non c’è nella Messa e la successiva liturgia-preghiere della Comunione e altro ancora, se ne deduce che si è voluto, con questo rito, chiarire all’assemblea, come del resto esplicitato nell’introduzione (vedi sopra), che questa liturgia non è una Messa, e non si vuole allo stesso tempo, per non confondere nei fedeli i  ruoli e compiti propri del sacerdote, che questa liturgia senza presbitero ci assomigli troppo. A dir il vero non so come si possa dubitare o meglio temere o confondere questa liturgia con una Messa, mancando tutta la preghiera eucaristica dalla “consacrazione”, col racconto dell’ultima cena, alla “fractio panis”; i molti canti poi non possono in alcun modo sostituire le parole né i gesti né l’azione di grazia di un sacerdote.   

Va bè, non di meno questa pur sempre “eccezionale” liturgia domenicale, fortemente voluta dal Vaticano II, più di ogni altra preghiera ci fa entrare in una relazione, in un incontro coi fedeli e poi col Signore. Abbandonando per un po’ il  mondo esterno, il nostro mondo, ci fa entrare nel  mistero della presenza di Dio, nutrendoci della sua Parola e della sua stessa vita con l’Eucarestia: “senza Domenica non possiamo vivere” (Martiri di Abilene).    

Buona domenica 

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