Commento domenicale 17/09/2023
Domenica XXIV T.O. anno A
“Tutto ciò che respira dia lode al Signore”.
(Sal 150)
Nell’Antico Testamento la parola, come avveniva in tutte le culture del Vicino Oriente, non era un semplice alitare, ma una realtà efficace, più importante a livello giuridico dello stesso scritto.
Ora c’è una parola egizia che indica il concetto di “bello” ed è la parola “nefer” (famosa era la principessa Nefertiti “la bella che è venuta”) e, “nefer”, che in ebraico diventa “nefesh” è un sostantivo correlato al verbo semitico “napas” che significa “soffiare” e precisamente il soffio della respirazione ed in particolare l’azione concentrata di tutti quegli organi ed apparati che concorrono a questa vitale attività; la gola, il collo, la trachea: in senso lato la vita.
Ci piace pensare che nel mondo mesopotamico, antico, una stessa parola indichi il bello ed il respiro e stia a significare, sottintendere, che bello non è la forma, quella sarà la perfezione greca, ma bello è il soffio della vita.
Ogni essere vivente quindi, dice il salmista, che gode dell’immensità della bellezza della vita, dell’opera del Creatore, dia lode a Dio.
Buona domenica
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