“Poi diceva loro .. e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e
pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.”
(Lc.21,5-19)
E’ uno dei brani
apocalittici del Vangelo.
Il pensiero
apocalittico, in voga nel giudaismo già da un paio di secoli e al cui arsenale
simbolico attinge a piene mani, è forse il maggior responsabile dell’imminente
tragico epilogo della storia degli ebrei: la distruzione di Gerusalemme nel 70 quando
erano imperatori Tito e Vespasiano e poi con la seconda rivolta del 123 la
distruzione definitiva del regno di Giudea in un bagno di sangue. La forza
degli ebrei di opporsi ai romani con sprezzo della loro vita era sostenuto dal
pensiero che Dio sarebbe intervenuto a dare inizio al nuovo corso della storia
in cui verità e giustizia si sarebbero imposte in un mondo nuovo.
“Man mano che crescevano l’l’orrore e la strage, aumentavano le certezze
apocalittiche degli assediati, che
attendevano l’angelo sterminatore.. solo così è possibile spiegarne la
resistenza esasperata” Giuseppe Flavio citato da Giulio Fripo, insegnante
di Storia romana Università di Trieste in “Le Rivolte Giudaiche” Laterza 1999.
Per ALCUNI esegeti questa attesa apocalittica della venuta del Messia è responsabile anche della croce di Gesù, “la reazione di Pilato e la condanna di tipo romano (la croce) sono un indizio che l’arrivo di Gesù a Gerusalemme era stato inteso dai suoi avversari in termini politici ..ed è lecito pensare che ciò non sarebbe successo se la predicazione e gli atteggiamenti di Gesù non avessero avuto aspetti apocalittici.” Bruno Corsani “L’Apocalisse e l’Apocalittica nel Nuovo Testamento” EDB 1996.
16/03/2025 – II Domenica di Quaresima anno C L’ULTIMA CENA E L’EUCARESTIA DELLA CHIESA Il rito del calice, profezia della croce. La liturgia eucaristica si mostra come obbedienza al comando di Cristo “Fate questo in Leggi tutto…
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Commento domenicale 17/11/2019
Pubblicato da Edoardo Amadio il
DOMENICA XXXIII T.O. anno C
“Poi diceva loro .. e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.” (Lc.21,5-19)
E’ uno dei brani apocalittici del Vangelo.
Il pensiero apocalittico, in voga nel giudaismo già da un paio di secoli e al cui arsenale simbolico attinge a piene mani, è forse il maggior responsabile dell’imminente tragico epilogo della storia degli ebrei: la distruzione di Gerusalemme nel 70 quando erano imperatori Tito e Vespasiano e poi con la seconda rivolta del 123 la distruzione definitiva del regno di Giudea in un bagno di sangue. La forza degli ebrei di opporsi ai romani con sprezzo della loro vita era sostenuto dal pensiero che Dio sarebbe intervenuto a dare inizio al nuovo corso della storia in cui verità e giustizia si sarebbero imposte in un mondo nuovo.
“Man mano che crescevano l’l’orrore e la strage, aumentavano le certezze apocalittiche degli assediati, che attendevano l’angelo sterminatore.. solo così è possibile spiegarne la resistenza esasperata” Giuseppe Flavio citato da Giulio Fripo, insegnante di Storia romana Università di Trieste in “Le Rivolte Giudaiche” Laterza 1999.
Per ALCUNI esegeti questa attesa apocalittica della venuta del Messia è responsabile anche della croce di Gesù, “la reazione di Pilato e la condanna di tipo romano (la croce) sono un indizio che l’arrivo di Gesù a Gerusalemme era stato inteso dai suoi avversari in termini politici ..ed è lecito pensare che ciò non sarebbe successo se la predicazione e gli atteggiamenti di Gesù non avessero avuto aspetti apocalittici.” Bruno Corsani “L’Apocalisse e l’Apocalittica nel Nuovo Testamento” EDB 1996.
Buona Domenica
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