“Se il chicco di grano non cade in terra e non muore, rimane solo; se invece muore porta molto frutto.” Gv.12, 20-33
Il Signore ha dato la sua vita per noi in due modi, fisicamente morendo in croce “Gesù li amò fino al segno supremo..” Gv.13,1 e donando la propria vita mettendola al servizio degli altri, è per questo che la lavanda dei piedi dell’ultima cena è stata avvicinata all’istituzione dell’Eucarestia: è sempre un donare la propria vita e quel “fate questo in memoria di me” ci riguarda tutti: l’amore che porta Gesù a donare la propria vita è l’unico assoluto per noi cristiani.
Oggi leggiamo nel Vangelo che dobbiamo rinunciare a noi stessi per donare la vita per gli altri, altri che possiamo intendere un modo di porci verso il prossimo o l’impegno di un servizio per gli altri, ma anche l’impegno della vita verso un figlio, il matrimonio, la famiglia… Insomma, per noi cristiani quella dell’”amore” più che di un comandamento, si tratta di un “mandato”, d’un incarico, d’una missione. Dare la propria vita poi è pienezza di vita, piena realizzazione dell’essere uomini è realizzare già su questa terra quella salvezza che il Signore è venuto ad annunciare a tutti gli uomini. In Teologia è la rivelazione dell’eminente dignità del piccolo e della grandezza del servo: è la rivelazione di Dio.
16/03/2025 – II Domenica di Quaresima anno C L’ULTIMA CENA E L’EUCARESTIA DELLA CHIESA Il rito del calice, profezia della croce. La liturgia eucaristica si mostra come obbedienza al comando di Cristo “Fate questo in Leggi tutto…
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02/03/2025 VIII Domenica T.O. C Il “Padre nostro” è una preghiera dove se le prime tre frasi riguardano Dio, il suo regno, la sua volontà, le seconde tre riguardano la vita dell’uomo; dacci oggi il Leggi tutto…
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Commento domenicale 18/03/2018
Pubblicato da Edoardo Amadio il
V DOMENICA DI QUARESIMA anno B
“Se il chicco di grano non cade in terra e non muore, rimane solo; se invece muore porta molto frutto.” Gv.12, 20-33
Il Signore ha dato la sua vita per noi in due modi, fisicamente morendo in croce “Gesù li amò fino al segno supremo..” Gv.13,1 e donando la propria vita mettendola al servizio degli altri, è per questo che la lavanda dei piedi dell’ultima cena è stata avvicinata all’istituzione dell’Eucarestia: è sempre un donare la propria vita e quel “fate questo in memoria di me” ci riguarda tutti: l’amore che porta Gesù a donare la propria vita è l’unico assoluto per noi cristiani.
Oggi leggiamo nel Vangelo che dobbiamo rinunciare a noi stessi per donare la vita per gli altri, altri che possiamo intendere un modo di porci verso il prossimo o l’impegno di un servizio per gli altri, ma anche l’impegno della vita verso un figlio, il matrimonio, la famiglia… Insomma, per noi cristiani quella dell’”amore” più che di un comandamento, si tratta di un “mandato”, d’un incarico, d’una missione. Dare la propria vita poi è pienezza di vita, piena realizzazione dell’essere uomini è realizzare già su questa terra quella salvezza che il Signore è venuto ad annunciare a tutti gli uomini. In Teologia è la rivelazione dell’eminente dignità del piccolo e della grandezza del servo: è la rivelazione di Dio.
Buona domenica
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