“A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; ..”
(Gv. 1,29-34)
In questa cultura dominata dal mito dell’autosufficienza e dell’individualismo ci chiediamo: “hanno ancora significato termini come peccato, vergogna, contrizione, penitenza, perdono?”.
Assistiamo ormai da molti anni alla crisi del sacramento della penitenza, una disaffezione che coinvolge anche i praticanti.
Siamo in un periodo di cambiamento culturale in cui l’uomo non prova più il senso del peccato. La responsabilità del male e ogni responsabilità sono riversate sulla natura, la cultura, la società .. le strutture, sollevando il singolo da ogni responsabilità sul suo operato. La coscienza individuale svanisce di fronte alla coscienza collettiva, col “così fan tutti” si nega la singola responsabilità morale riversando nell’ambiente l’errore personale.
Dobbiamo pensare però, almeno noi cristiani, che il peccato non è un atto puramente privato, ma è un “non amore”, una “non carità” è anche un atto di “non giustizia”, come intesa da Gesù, quindi atto sociale ed ecclesiale.
Se il peccato viene vissuto come dimensione ecclesiale anche il perdono, la confessione, non sarà più vissuta come un atto “puramente formale” responsabile dell’allontanamento di molti fedeli, ma sarà celebrata come il ripristino della giustizia, voluta da Gesù, che si espande tutto attorno a noi.
16/03/2025 – II Domenica di Quaresima anno C L’ULTIMA CENA E L’EUCARESTIA DELLA CHIESA Il rito del calice, profezia della croce. La liturgia eucaristica si mostra come obbedienza al comando di Cristo “Fate questo in Leggi tutto…
09/03/2025 I Domenica di Quaresima anno C Futuro incerto? Tra le prime parole del Papa Giovanni Paolo II a piazza San Pietro alla sua elezione furono: “Non abbiate paura”. Perché ha parlato così? Di che Leggi tutto…
02/03/2025 VIII Domenica T.O. C Il “Padre nostro” è una preghiera dove se le prime tre frasi riguardano Dio, il suo regno, la sua volontà, le seconde tre riguardano la vita dell’uomo; dacci oggi il Leggi tutto…
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Commento domenicale 19/04/2020
Pubblicato da Edoardo Amadio il
II DOMENICA Di PASQUA – Anno A
“A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; ..”
(Gv. 1,29-34)
In questa cultura dominata dal mito dell’autosufficienza e dell’individualismo ci chiediamo: “hanno ancora significato termini come peccato, vergogna, contrizione, penitenza, perdono?”.
Assistiamo ormai da molti anni alla crisi del sacramento della penitenza, una disaffezione che coinvolge anche i praticanti.
Siamo in un periodo di cambiamento culturale in cui l’uomo non prova più il senso del peccato. La responsabilità del male e ogni responsabilità sono riversate sulla natura, la cultura, la società .. le strutture, sollevando il singolo da ogni responsabilità sul suo operato. La coscienza individuale svanisce di fronte alla coscienza collettiva, col “così fan tutti” si nega la singola responsabilità morale riversando nell’ambiente l’errore personale.
Dobbiamo pensare però, almeno noi cristiani, che il peccato non è un atto puramente privato, ma è un “non amore”, una “non carità” è anche un atto di “non giustizia”, come intesa da Gesù, quindi atto sociale ed ecclesiale.
Se il peccato viene vissuto come dimensione ecclesiale anche il perdono, la confessione, non sarà più vissuta come un atto “puramente formale” responsabile dell’allontanamento di molti fedeli, ma sarà celebrata come il ripristino della giustizia, voluta da Gesù, che si espande tutto attorno a noi.
Buona domenica
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