Commento domenicale 19/05/2024
Domenica di Pentecoste anno B
Il diaconato femminile e la TRADIZIONE.
Coloro che si oppongono all’istituzione del diaconato permanente femminile si appellano alla TRADIZIONE (normativa per la Chiesa) dicendo che è assolutamente contraria e negando così la liceità ad ogni cambiamento. Ma ci sono già stati molteplici cambiamenti del tutto indipendenti e sconosciuti dalla TRADIZIONE nella storia del sacramento dell’ordine, sono tutti illegali?
“In quanto alla TRADIZIONE”, forse non c’è altro argomento su cui si sia rivelata così mobile (la Chiesa) come nel caso della dottrina sull’Ordine. Basti pensare che nelle prime generazioni il prete non poteva celebrare da sé l’Eucarestia; che poi almeno fino al Niceno II l’ordinatio absoluta fosse ritenuta invalida; che per Trento, almeno secondo molti dei Padri, l’Episcopato non era di istituzione divina che nel decreto dottrinale non compare la predicazione perché verrebbe dalla giurisdizione non dal sacramento; che l’Episcopato non è un grado dell’ordine mentre lo è il Suddiaconato; che il Concilio Vaticano II ha “sic et simpliciter” abolito un grado dell’Ordine, appunto il suddiaconato, e così via. Appellarsi ad un argomento così inconsistente, come è la tradizione, per dire no a fedeli che chiedono una cosa ragionevole, buona e utile alla Chiesa, solo perché donne, è un’ingiustizia.” (Severino Dianich -parroco e teologo)
L’intento, di ostacolare con una retorica legalista le attese dell’ultimo Concilio, nasconde un’opposizione a tutto quanto deliberato dal Concilio stesso. L’opposizione ai cambiamenti, come apertura ad una più piena cura pastorale di una comunità, l’inveterata mentalità clericale, presente già nelle discussioni conciliari, non sono mai sopite o sparite nella Chiesa. Afferma il Papa: “Alcune tentazioni sono pericolose: essere una Chiesa rigida -un dogma- che si arma contro il mondo e guarda all’indietro; essere una Chiesa tiepida; essere una Chiesa stanca, ripiegata su se stessa” .
Buona domenica
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