Dice il Signore nella parabola dei talenti del vangelo di oggi a chi non ha duplicato il capitale (talento)affidatogli.
Questa parabola è cara all’etica del capitalismo: i talenti (capitali) sono da far fruttare, l’abbondanza è segno di benedizione divina, l’indigenza di maledizione!
In realtà i talenti rappresentano l’amore, la grazia che il Padre ha verso di me, che deve “duplicarsi” nella mia risposta d’amore verso il prossimo, è un “dover fare” di tutti! non solo del cristiano, se riflettendo diciamo che il bene, il bene che rappresenta Dio, è dentro nell’animo umano.
– Nel Corano si legge “Allah (Dio) ti è più vicino della vena giugulare”
– S. Agostino “Signore eri così vicino a me e nemmeno me ne accorgevo”
E ritornando sui talenti un detto di un mistico islamico medievale ricorda che “la fede ha tre dimensioni: fede è parola della bocca, fede è verità col cuore, fede è opera coi fatti.” (citazione del Cardinale Gianfranco Ravasi)
I talenti non sono doti naturali, ma la coscienza della grazia di Dio Padre, corretta coscienza che ti fa dire che tutto quello che ho e sono l’ho ricevuto in dono.
Ora chi non ama distrugge la sua vita e forse non lo sa, perché in lui muore l’amore ricevuto; è fuori, dove invece del sorriso c’è solo tenebra.
Domenica XV T.O. anno B “Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo Leggi tutto…
Fatti soprannaturali e la Chiesa. Possiamo credere o non credere alle apparizioni della Madonna e ai fatti soprannaturali che a volte seguono come per esempio a Fatima. Vere o non vere possono cambiare la vita Leggi tutto…
XIII Domenica T.O. anno B “Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto Leggi tutto…
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Commento domenicale 19/11/2017
Pubblicato da emme il
San Giuseppe, 19 Novembre 2017
Domenica XXXIII del T.O.
..servo cattivo e pauroso..” (Mt.25, 14-30)
Dice il Signore nella parabola dei talenti del vangelo di oggi a chi non ha duplicato il capitale (talento)affidatogli.
Questa parabola è cara all’etica del capitalismo: i talenti (capitali) sono da far fruttare, l’abbondanza è segno di benedizione divina, l’indigenza di maledizione!
In realtà i talenti rappresentano l’amore, la grazia che il Padre ha verso di me, che deve “duplicarsi” nella mia risposta d’amore verso il prossimo, è un “dover fare” di tutti! non solo del cristiano, se riflettendo diciamo che il bene, il bene che rappresenta Dio, è dentro nell’animo umano.
– Nel Corano si legge “Allah (Dio) ti è più vicino della vena giugulare”
– S. Agostino “Signore eri così vicino a me e nemmeno me ne accorgevo”
E ritornando sui talenti un detto di un mistico islamico medievale ricorda che “la fede ha tre dimensioni: fede è parola della bocca, fede è verità col cuore, fede è opera coi fatti.” (citazione del Cardinale Gianfranco Ravasi)
I talenti non sono doti naturali, ma la coscienza della grazia di Dio Padre, corretta coscienza che ti fa dire che tutto quello che ho e sono l’ho ricevuto in dono.
Ora chi non ama distrugge la sua vita e forse non lo sa, perché in lui muore l’amore ricevuto; è fuori, dove invece del sorriso c’è solo tenebra.
Buona Domenica
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