Commento domenicale 22/11/2020
Domenica XXXIV T.O. Anno A
“.. Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?” (Mt.25,31-46)
Che società vogliamo e stiamo costruendo? A guadar bene non abbiamo solidarietà nemmeno verso noi stessi e siamo lontani da una società dove c’è la possibilità reale di accoglienza per tutti.
Anche noi possiamo e dobbiamo riflettere su ciò che è bene o male per la vita dell’uomo, per la sua autenticità e dignità.
Un giorno un Presidente francese si pronunciò con una frase simile: “In Francia a partire dal 20… non ci saranno più nascite di bambini con difetti genetici”.
Detta così sembrerebbe una conquista scientifica di valore e basta e una successiva riflessione solo una provocazione, ma queste “conquiste” le possiamo considerare anche l’altra faccia dell’ipocrisia, perché negare un portatore di limite e i limiti sono anche quelli sociali, indica la paura enorme che abbiamo noi del limite, non accettare il limite dell’altro vuol dire che neanche i miei avranno più cittadinanza e quello che è il mio limite lo devo nascondere sempre più dentro di me in una società che ci sta sempre più isolando.
In una società non ci sono solo i primi, ci sono anche i secondi e anche gli ultimi. O creiamo una società dove diamo la possibilità a tutti, quindi una società dal volto umano, altrimenti avremo una società sempre più escludente e disumana.
Buona domenica
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