Commento domenicale 23/06/2024
Domenica XII T.O. anno B
E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro : “Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?” (Mc 4,35-41)
Che sia vero?
Il fatto “Gesù” non si dice “reale” dal punto di vista storico, ma che è storico nel senso di accessibile alla scienza storica perché ha lasciato tracce storiche, scritti e testimonianze. Allora qual è il valore della storia a riguardo del fatto cristiano? Non c’è nessuno oggi che dubiti che il “fatto Gesù” non sia storico. Sarebbe come sostenere che Napoleone non è mai esistito. Ma il “fatto cristiano” è altra cosa, riguarda l’avvenimento “Cristo”, e nessuno ha accesso a tale avvenimento al di fuori della fede, con metodi storici. Nessuno è stato testimone del primo istante della resurrezione. Riconoscere che Gesù è il Cristo, dichiarare che il crocifisso è risorto, ciò che è il cuore della verità cristiana, non risulta dalla scienza storica. Ciò che risulta dalla scienza storica, è la testimonianza dei discepoli, testimoni che hanno dato la loro vita, ma non ci può essere spiegazione storica esaustiva, i testimoni sono dei credenti quindi, il loro, si tratta di un fatto interpretato. Non si mette in dubbio la sincerità e autenticità dei testimoni ma questo non può dir nulla sulla verità del contenuto del messaggio cristiano. Non possiamo allora che aggrapparci alla ragione, che come già scrivevano gli antichi, ha una predisposizione a riconoscere la verità e che gli dà un compimento insperato segretamente preparato.
Buona domenica
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