Commento domenicale 24/09/2023
Domenica XXV T.O. anno A
“..nel ritirarlo (il salario per il lavoro fatto) però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata ed il caldo,” (Mt 20,1-16)
“Come i cieli sono alti al di sopra della terra, così le mie vie sono più alte delle vostre vie e i miei pensieri più alti dei vostri pensieri.” (Is 55,9)
La logica del Signore non è del tipo economico, di rigida giustizia, e nessuno ha il coraggio di una seria lettura interiore “Signore se guardi ai peccati chi si può salvare” (Sal 129), chi può ritenersi giusto davanti a Dio? Tutti abbiamo bisogno dell’assoluta liberalità e generosità del Signore, il padrone del campo.
I giusti (i perbenisti di ogni tempo) si indignano si scandalizzano che Gesù offra la stessa salvezza ai peccatori, agli ultimi, non reclamano un salario maggiore, ma non accettano l’uguaglianza del trattamento riservato ai primi e agli ultimi. Con Gesù c’è un cambiamento di paradigma e agli occhi dei farisei è assolutamente insensato che una conversione possa cancellare con un colpo di spugna il passato ed offrire la stessa salvezza.
Ma il Regno di Dio, il Vangelo, è riservato proprio ai peccatori, agli ultimi, a tutti i popoli è riservata la grazia ed il perdono. La salvezza non è una ricompensa, non è un salario per le opere della legge, ma è successiva ad un invito a partecipare con gioia all’iniziativa del Vangelo.
“.. i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio..” (Mt 21,28-32) Gesù non vuole fare l’elogio della prostituzione, ma l’elogio di chi ha il coraggio di cambiare vita.
Buona domenica
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