Commento domenicale 26/01/2025
La nuova fase nella storia della modernità, il contesto post-moderno nel quale ci muoviamo.
“Il panorama in cui ci muoviamo è un panorama inedito, dove sta la novità? Non tanto in qualche cambiamento strutturale rispetto al passato, ma in un radicale mutamento del paradigma sociale. Per millenni donne e uomini sono nati e cresciuti in un mondo che non era diverso da quello delle generazioni che le avevano preceduti, mentre il contesto nel quale ci troviamo a vivere noi rende visibile la discontinuità nell’arco della stessa vita individuale. la nostra vita è già appesa in cornice che dobbiamo contare sulla memoria per riconoscerne i segni. Anche a livello religioso è avvenuto un cambio di paradigma, noi oggi viviamo gli esiti e lo vediamo in modo particolare nei più giovani, di quel processo di lungo periodo che ci ha condotti a una società in cui era virtualmente impossibile non credere in Dio, a una in cui la fede, anche per il credente più devoto, è solo una possibilità esistenziale tra le altre. Proviamo a vedere alcuni elementi di questo panorama inedito: Il primo elemento è la globalizzazione, la definizione migliore di globalizzazione l’ha data uno scrittore statunitense Don DeLillo nel suo romanzo “Under world”, oggi scrive DeLillo “tutti sono contemporaneamente dappertutto”. Nel definire la globalizzazione un ruolo centrale lo giocano l’estensione, l’intensificazione, l’accelerazione delle relazioni su scala mondiale, questo ci fa sentire allo stesso tempo potenti e vulnerabili, interconnessi e isolati. La globalizzazione porta ad una società pluralista. Negli ultimi decenni abbiamo assistito ad un incremento quantitativo e qualitativo di pluralizzazione, di opzioni di scelta, di punti di vista differenti. La pluralizzazione conduce, terzo elemento, alla perdita del dato per scontato, mondo, società, vita, identità vengono problematizzate in modo sempre più acuto così da non risultare più come realtà automatiche indiscutibili, solo nascita e morte appaiono ancora in qualche modo, legate al destino. Sorgono una molteplicità di opzioni a livello sociale personale: quale professione devo intraprendere: chi devo sposare; come devo educare i miei figli. Anche la scelta religiosa rientra in una molteplicità di opzioni possibili. Io posso cambiare la mia confessione religiosa, la mia cittadinanza, il mio stile di vita, l’immagine di me stesso, anche quella fisica, le mie abitudini quotidiane, in tal modo quello che si dà per scontato si restringe ad un nucleo relativamente piccolo difficile da definire. Un altro elemento fondamentale è dato dal processo di individualizzazione: all’interno di un universo sociale frammentato gli individui diventano tendenzialmente l’unità di base del processo sociale e sono chiamati a costruire il proprio percorso biografico orientandosi a comportamenti, schemi d’azione, stili di vita molto diversi in imprevedibili combinazioni per la cui costruzione mancano dei veri modelli collettivi. I liquidi non mantengono di norma una forma propria, i fluidi non fissano lo spazio e non legano il tempo, i fluidi viaggiano con estrema facilità sono questi i motivi per considerare la liquidità o la fluidità come metafore pertinenti allorché intendiamo comprendere la natura dell’attuale, per molti aspetti, nuova fase nella storia della modernità. La celeberrima immagine di Baumann “la società liquida” descrive l’essenza della società contemporanea. La società ha fratto del cambiamento il suo stato d’essere, essa cambia così velocemente e repentinamente che la liquidità é divenuto il suo modo d’essere. Ovviamente questa liquidità interroga la solidità delle istituzioni moderne, comprese le nostre strutture ecclesiali e parrocchiali, ma interroga anche il nostro modo di percepirci e di rappresentarci nella cornice relazionale quotidiana. La crescente mobilizzazione del mondo, rappresentata dai sempre più veloci spostamenti di individui, beni, servizi, idee e informazioni, incide sui modi in cui si vive, si fa esperienza e si comprende la propria vita. Infine ci muoviamo all’interno di una società dei consumi, una società che ha fatto del consumo il suo fulcro economico e all’interno di questa struttura sociale ci consideriamo consumatori e agiamo di conseguenza facendo della pratica del consumo una ritualità quotidiana. Anche le dimensioni religiose e spirituali sono intaccate da queste dimensioni divenendo spesso oggetto di consumo e di bricolage. Questi elementi creano il contesto post-moderno nel quale ci muoviamo. Esso si presenta al contempo come complesso, multiforme, imprevedibile, ma anche estremamente vulnerabile, da ciò derivano le nostre sensazioni di disagio e di disorientamento. Di fronte a ciò non possiamo farci prendere dal panico, possiamo invece sentirci responsabili di cogliere tutto ciò come un’opportunità, per modificare i nostri stili di vita anche a livello pastorale e spirituale. In fondo come scriveva il poeta canadese Mark Strend : Il futuro non è più quello di una volta.”
(Don Simone ZONATO – sociologo)
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