Commento domenicale 26/11/2017

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San Giuseppe, 26 Novembre 2017

Domenica XXXVI del T.O.

“..e di nuovo verrà a giudicare i vivi e i morti..” (Mt.25, 31-46)

E’ l’ultima Domenica dell’anno liturgico, è la festa di Cristo Re e il Vangelo ci propone l’ultimo atto della storia umana: il giudizio universale: il giudizio di Dio sull’uomo.

Ma noi sappiamo che Dio ha creato l’uomo libero e razionale e, per ciò si è sottoposto, Dio, lui stesso, al giudizio e tutta la storia è un’incessante giudizio dell’uomo su Dio per la presenza della sofferenza e del male nel mondo.

Se nella storia umana è presente la sofferenza, si capisce perché l’onnipotenza di Dio si è manifestata con l’onnipotenza dell’umiliazione della croce”. (Varcare la soglia della speranza)

Questa risposta “di Dio” davanti alla storia dell’uomo è di Giovanni Paolo II,; risposta difficile da comprendere ed il tutto è avvolto in una sorta di verità nascosta, di mistero.

Ora però tornando coi piedi in terra, non ne abbiamo nemmeno coscienza, ma il giudizio su Dio diventa un giudizio sull’uomo un giudizio su se stessi perché è lo stesso che noi facciamo ora al povero e il Signore non farà altro che constatare quello che noi facciamo e alla fine leggerà quello che noi abbiamo liberamente scritto: sarà il tempo della giustizia di Dio sull’uomo.

Buona Domenica

 

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