“Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: “Signore insegnaci a pregare”…” (Lc.11,1-13)
Questa domenica Gesù ci insegna a
pregare e come già diceva un saggio del V secolo “La chiesa crede come prega”.
Certamente Gesù ci insegnava a pregare
dicendo “prima i poveri” e non certo “prima di tutto noi” e ci ammoniva “ero
forestiero e mi avete accolto” e non “Basta stranieri in casa nostra”.
Oggi non è facile vivere da cristiano nemmeno da prete e forse non lo è mai stato. Il malessere di tutta la Chiesa, per alcuni teologi, sta anche in un magistero che non sempre procede con chiarezza e persuasività in una comunità ecclesiale che ignorando o rifiutando il magistero procede alla soggettivazione della fede. Oggi domina una cultura secolarizzata ingessata nella quotidianità che vive e si autoreferenzia di superficialità e oggi occorre prendere coscienza che non viene contestato il parroco o Papa Francesco, ma il Vangelo stesso e la Chiesa vuoi il magistero ordinato e di conseguenza noi stessi non sappiamo più come vivere e trasmettere la fede. I cristiani sono poco preoccupati di confrontare i propri giudizi con l’insegnamento del Vangelo.
Tutta la Chiesa attende un cambiamento
per continuare a credere come Gesù ci ha insegnato a pregare, allora oggi
preghiamo: “Signore insegnaci a pregare” perché non sappiamo più come credere, “La chiesa crede come prega”.
La nuova fase nella storia della modernità, il contesto post-moderno nel quale ci muoviamo. “Il panorama in cui ci muoviamo è un panorama inedito, dove sta la novità? Non tanto in qualche cambiamento strutturale rispetto Leggi tutto…
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Commento domenicale 28/07/2019
Pubblicato da Edoardo Amadio il
Domenica XVII del T.O. anno c
“Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: “Signore insegnaci a pregare”…” (Lc.11,1-13)
Questa domenica Gesù ci insegna a pregare e come già diceva un saggio del V secolo “La chiesa crede come prega”.
Certamente Gesù ci insegnava a pregare dicendo “prima i poveri” e non certo “prima di tutto noi” e ci ammoniva “ero forestiero e mi avete accolto” e non “Basta stranieri in casa nostra”.
Oggi non è facile vivere da cristiano nemmeno da prete e forse non lo è mai stato. Il malessere di tutta la Chiesa, per alcuni teologi, sta anche in un magistero che non sempre procede con chiarezza e persuasività in una comunità ecclesiale che ignorando o rifiutando il magistero procede alla soggettivazione della fede. Oggi domina una cultura secolarizzata ingessata nella quotidianità che vive e si autoreferenzia di superficialità e oggi occorre prendere coscienza che non viene contestato il parroco o Papa Francesco, ma il Vangelo stesso e la Chiesa vuoi il magistero ordinato e di conseguenza noi stessi non sappiamo più come vivere e trasmettere la fede. I cristiani sono poco preoccupati di confrontare i propri giudizi con l’insegnamento del Vangelo.
Tutta la Chiesa attende un cambiamento per continuare a credere come Gesù ci ha insegnato a pregare, allora oggi preghiamo: “Signore insegnaci a pregare” perché non sappiamo più come credere, “La chiesa crede come prega”.
Buona domenica
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