“Giuseppe si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto”. (Mt.24,37-44)
Gesù
fin da piccolo ci racconta Matteo è costretto a scappare in Egitto, il
territorio nemico per un ebreo.
Possiamo immaginare la durezza di una vita per quella famiglia condotta da clandestini in un paese straniero, la fatica a farsi accettare, di trovare un qualche lavoro in mezzo a gente dalla cultura diversa.
Gesù
si mette alla schiera dei deboli, un Dio che condivide la sorte degli esuli e
noi cristiani, chiamati alla sequela di Cristo “non possiamo pronunziare le parole ultime se prima non abbiamo
pronunziato le penultime” (Bonhoeffer)
E
quelle cristianissime parole “Amerai il
prossimo tuo come te stesso” non sono tanto un appello alla bontà
impossibile, quanto parole rivolte alla umana responsabilità.
16/03/2025 – II Domenica di Quaresima anno C L’ULTIMA CENA E L’EUCARESTIA DELLA CHIESA Il rito del calice, profezia della croce. La liturgia eucaristica si mostra come obbedienza al comando di Cristo “Fate questo in Leggi tutto…
09/03/2025 I Domenica di Quaresima anno C Futuro incerto? Tra le prime parole del Papa Giovanni Paolo II a piazza San Pietro alla sua elezione furono: “Non abbiate paura”. Perché ha parlato così? Di che Leggi tutto…
02/03/2025 VIII Domenica T.O. C Il “Padre nostro” è una preghiera dove se le prime tre frasi riguardano Dio, il suo regno, la sua volontà, le seconde tre riguardano la vita dell’uomo; dacci oggi il Leggi tutto…
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Commento domenicale 29/12/2019
Pubblicato da Edoardo Amadio il
FESTA DELLA SANTA FAMIGLIA
“Giuseppe si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto”. (Mt.24,37-44)
Gesù fin da piccolo ci racconta Matteo è costretto a scappare in Egitto, il territorio nemico per un ebreo.
Possiamo immaginare la durezza di una vita per quella famiglia condotta da clandestini in un paese straniero, la fatica a farsi accettare, di trovare un qualche lavoro in mezzo a gente dalla cultura diversa.
Gesù si mette alla schiera dei deboli, un Dio che condivide la sorte degli esuli e noi cristiani, chiamati alla sequela di Cristo “non possiamo pronunziare le parole ultime se prima non abbiamo pronunziato le penultime” (Bonhoeffer)
E quelle cristianissime parole “Amerai il prossimo tuo come te stesso” non sono tanto un appello alla bontà impossibile, quanto parole rivolte alla umana responsabilità.
Buona domenica
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