Commento domenicale 30/07/2023
XVII Domenica T.O. Anno A
“Guai a coloro che chiamano bene il male e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l’amaro in dolce e il dolce in amaro.” (Is 5,20)
Per secoli lo spazio tra il bene ed il male era stato ben definito, ma per noi oggi è ancora così? Culture, civiltà, religioni hanno assunto valori diversi e tra loro contrastanti. Con la secolarizzazione ci sono ancora valori assoluti? Penso al non uccidere che in guerra è un onore o penso ad una ricerca recente sulle stragi naziste di civili in Italia i cui responsabili, per gli stessi motivi, interrogati oggi non hanno dato nessun segno di pentimento o rinnegamento. Basta vivere nell’interno dello “Jus Juris” il “legale” per tacitare la coscienza? La coscienza ha bisogno di conoscenza, la morale si costruisce sulla conoscenza. Pensiamo di avere già le idee chiare e non ricerchiamo le parole della saggezza attorno a noi per formare una corretta coscienza. E il religioso non c’entra niente. Jean Guitton diceva che anche se la religione cristiana fosse stata costruita su fantasie non per questo abbandonerebbe la legge dell’amore ed il suo stile di vita. Oggi, “si preferisce parlare di una molteplicità di concezioni relative al bene e al male, lasciando la scelta ultima alla coscienza di ciascuno e accettando se mai come unico valore assoluto quello della tolleranza e del confronto tra ideali diversi.” (Treccani)
Buona domenica
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