Commento domenicale II Domenica di Avvento anno B
“Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri” (Mc.1,1-8)
Dobbiamo abbassare le montagne raddrizzare i sentieri dice il profeta Isaia e anche il Battista chiede una conversione. Anche il Signore ci chiede di vegliare e di cambiare qualcosa in noi. Ma cambia chi accetta di leggere dentro di sé, cambia chi almeno vive il dubbio, l’arrogante no e l’arroganza vive del “fan tutti così” e si presenta come logica irreprensibile e così nascondi le tue paure e il tuo egoismo, quello che non ti permette di vedere Lazzaro ai tuoi piedi o il tuo prossimo che ti suona il campanello e ha bisogno di te. L’arroganza e l’egoismo ti fanno lasciare ai margini sempre qualcuno e tu preghi il Signore ringraziandolo di non essere né un profugo clandestino né un povero bisognoso, proprio come il fariseo che paga le decime e prega tre volte al giorno.
Anche senza scomodare i profeti dobbiamo però convenire che siamo tutti un po’ neri e poveri o almeno nel tempo lo saremo e anche noi avremo bisogno di aiuto, di una mano non solo professionale ma che sia amore. C’era una fotografia su un giornale digitale che riprendeva un medico americano bardato all’inverosimile in una sala covid– che teneva tra le braccia un vecchio, ammalato, … perché piangeva.
L’amore rappresentato dal Natale, è l’unica “pioggia” che può arrestare la progressiva desertificazione spirituale del nostro pianeta e il Natale non è che questo: l’annuncio dell’amore di Dio per noi e tra noi.
Buona domenica
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