Domenica 12 febbraio 2023 – VI TOA – Matteo 5,17-37

Pubblicato da emme il

Cos’è giusto e cos’è sbagliato? Cos’è bene e cos’è male? Fosse facile! È ancora meno facile discernere se decido di non essere solo e soltanto io il metro per stabilire dove sta la verità o il peso che fa pendere la bilancia da una parte o dall’altra. Tutti pretendiamo di definire, di decretare in proprio cosa sia giusto e cosa sia sbagliato, cosa sia bene e cosa sia male. E invece non funziona così, non può funzionare così. Il bene per me, il giusto per me! Ma queste parole si possono dire? Tutto di noi è inevitabilmente intrecciato con la vicenda di qualcun altro o di tanti altri o di tutti gli altri. Se non è possibile ammettere che sia solo il bene o il giudizio di qualcuno a prevale, magari il mio, è anche probabile che il giusto in sé, il bene in sé non esistano. Sono necessariamente il risultato di una concertazione, sono l’approdo di un inevitabile confronto, sono il frutto di un dialogo franco. Quanta energia sprecata per perseguire a tutti i costi il mio bene, il giusto che sta nella mia testa. E si è disposti a distruggersi in nome di un bene mio da perseguire fino a logorarci, fino a disintegrare ogni possibilità di ricerca di un bene altro, più alto, di un giusto diverso. Lo vediamo là dove, da ormai un anno, si semina morte tenendo in pugno le proprie ragioni, che non sono solo quelle russe od ucraine, a contrapporsi su quelle terre ci sono le ragioni o gli interessi di tanti, anche i nostri. Lo vediamo nei paesi recentemente visitati da Papa Francesco dove le ragioni e gli interessi economici di qualcuno prevalgono sul desiderio dei popoli di abitare nella pace, nella libertà il proprio paese. Lo vediamo tristemente anche nei luoghi del tremendo terremoto, Erdogan, stando a quel che si scrive, preoccupato di far bella figura per non perdere le elezioni di maggio, Assad che a stento apre agli aiuti internazionali per dar prova delle sue ragioni a scapito di gente devastata. E se il terreno fosse quello in cui si muove la nostra vita? Separazioni e divorzi che dilaniano non solo le coppie ma disintegrano intere famiglie, eredità da spartire frantumano la fraternità, rapporti di vicinato che trasformano in inferno le vite. Il bene è sempre e solo nostro, mai esclusivamente mio, il giusto è sempre e solo la risultante di un guadagno comune. Ti stia a cuore il mio bene, mi stia a cuore il tuo bene. Quando affermi cosa è giusto secondo te, ascoltami perché io possa dirti cosa è giusto per me. Ascoltiamoci! Abitiamo con pazienza le ragioni dell’altro. Non è una gara per ottenere di più o magari per farti più male. Non c’è un bene più grande a cui guardare insieme? Non c’è un giusto diverso a cui tendere comunemente? Non può essere solo il mio sguardo a determinare la verità delle cose, l’orizzonte in cui riposare. Insieme possiamo guardare più in là, oltre.


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