Domenica 12 maggio 2024 – Ascensione del Signore B – Marco 16,15-20

Pubblicato da emme il

“Comportatevi in maniera degna della chiamata/vocazione che avete ricevuto”. A cosa siamo chiamati secondo voi? Qual è la nostra vocazione? Diventare in pienezza noi stessi direi, diventare Cristo, cioè l’uomo pieno, compiuto, realizzato. A questo punto però si tratta di capire cosa significhi realizzarsi perché attorno a quest’idea si concentrano un’infinità di declinazioni. Cristo è l’uomo realizzato anche nel fallimento, il compimento avviene sulla croce, lo dice lui: “Tutto è compiuto”, è una delle sette parole di Gesù dalla croce. È un po’ diverso, non vi pare? Decisamente alternativo. La sua vita si compie, si riempie, si realizza in uno smacco, in un fiasco. Così la interpretano, quella fine, anche i suoi. I due di cui ci racconta l’evangelista Luca se ne tornano ad Emmaus col volto triste, il volto dei delusi, il volto degli sconfitti. Umiltà, dolcezza, magnanimità, sopportazione reciproca, pace, concordia… quest’elenco che raccogliamo dalla Lettera di Paolo agli Efesini dice del modo in cui abitare la propria umanità nel tentativo di colmare la misura che ci fa perfetti. Ma vivere sciogliendo questi ingredienti nella vita ci aiuta a pervenire ad un altro significativo e irrinunciabile risultato, sostenere ogni altro e ogni altra nella fatica di compiersi, nello sforzo di diventare se stessi, nell’avventura di realizzarsi. Dagli Atti degli Apostoli raccolgo quella frase che sempre e ancora mi provoca: “Perché state a guardare il cielo?”. I due vestiti di bianco mi richiamano al compito di abitare la terra senza angelismi, senza fughe mistiche, senza abdicare alla mia vocazione che è servire concretamente l’umano mio e di tutti, mettendo in conto i rischi ma accettando anche le sfide, contemplando la possibilità di andare oltre i limiti che mi impongo quando si tratta non solo di consegnare il vangelo ma di farlo fiorire nei gesti che possono confermalo: “Scacceranno demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno”, leggiamo dal Vangelo di oggi. C’è un salmo, il 112 e vi si dice: “Chi è come il Signore, nostro Dio, che siede nell’alto e si china a guardare sui cieli e sulla terra?”. Lui guarda in giù e noi guardiamo in su! Gli occhi ci autorizza a tenerli a livello delle vite degli altri perché possiamo accorgerci di loro, perché, come continua il salmo raccontando di Dio, possiamo sollevare dalla polvere il misero e dall’immondizia il povero. 


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